• Distanza 176.32 km • Tempo 8:52:31 • Dislivello 2871 metri “Le 5 torri ” più una Un piccolo Giro delle Fiandre, con muri, selciato, porfido, stradine, paesi incantevoli, il percorso molto più corto (il Ronde van Vlaanderen 2019 è stato di 267 Km) ma con l’altimetria, ci siamo stati abbondanti (Fiandre 2160 D+), tutto nello scenario bellissimo dell’Alto Monferrato. Mancava solo il pubblico, unico incontro ravvicinato con esseri umani, è stato sulla strada che dalla SP56 (AT) Monastero Bormida-Roccaverano, porta a San Giorgio Scarampi. La strada è chiusa ma con la bici, ci si prova sempre a passare, solo che arrivando sul luogo dei lavori, boscaioli abbastanza adirati, non ne volevano sapere di farci percorrere gli ultimi 500 metri di strada per raggiungere il paese. Giocato d’astuzia, chiedendo il prezzo della legna da ardere e chiacchierando un po’, si ottiene il permesso e riusciamo, bici quasi in spalla a svicolare tra tronchi e macchine al lavoro. Torniamo al Ronde van Vlaanderen, che numero, che giornata, che spettacolo, Marta Bastianelli e Roberto Bettiol, grandissimi, osannati dalla stampa Europea, mentre per quella Italiana poche righe e magari in pagine di poco rilievo. Beh da noi vince sempre il calcio che la fa da padrone, forse per questo siamo un po’ tutti nel pallone. Scusate le rime e il gioco di parole. Comunque bravi Marta e Roberto. E brava anche Sara che si è unita al mio giro, inaspettatamente, sapendo benissimo a cosa poteva andare incontro. Ricevo la sua telefonata dopo aver percorso circa 25 km, sono quasi a Visone, si decide il punto di incontro, io proseguo sul mio giro, delle torri salendo a Cavatore e rinuncio a quella di Cartosio, ci troviamo al bivio di Arzello. Solito ponte di ferro chiuso al traffico veicolare ed inizia il giro. Arzello e salita arcigna verso Castelletto d’Erro, la temperatura passa dagli 11°C della pianura, ai 22 della salita, si prosegue verso Montechiaro Alto e poi Piana. A Mombaldone, la prima salita dura, la più lunga di oggi, 7 km, 8% medio, tratto iniziale in lastricato che fa slittare le ruote posteriori e la prima torre, quella di Olmo Gentile è raggiunta. Sotto con la seconda, si trova a Roccaverano. Mentre saliamo i pochi chilometri che distanziano i due paesi, il sole scompare e la temperatura si dimezza ma anche Roccaverano è fatta. A poca distanza la terza, quella di Vengore, una stradina di asfalto rosso che si strige e diventa poco più di un sentiero, ci permette di raggiungerla in bici. Forse è la torre più bella, distante dai centri abitati e fornita di fossato, fatta anche questa. La quarta è quella di San Giorgio Scarampi, con l’inconveniente della strada chiusa, doppia soddisfazione nel raggiungerla. Raccontata così, la storia sembra semplice ma per raggiungere gli obiettivi, si continua ad andare su e giù per queste piccole strade che sempre presentano pendenze a due cifre per tratti anche lunghi. Ne manca una, la quinta, che poi sono un insieme di torri che formano il quadrilatero del castello di Monastero Bormida. Ci arriviamo quasi in discesa per la bellissima strada di Oltre Bormida, presa da Cessole fino a Bubbio, stretta, bellissima, irregolare nel percorso, sale e scende in continuazione ma evita il passaggio sulla provinciale. Monastero Bormida e per fare le foto del castello ci allontaniamo di qualche metro salendo sul ponte di pietra. Ecco, fregati, l’indicazione “La panchina del cuore”, crea interesse e chieste informazioni e scoperto che poi, non è tanto lontana, si decide di raggiungerla. Una bella salita fuori programma, 1360 metri al 10% medio e la panchina, che non fa parte del circuito Big Bench Community, riusciamo a vederla solo da lontano, perché il prezzo da pagare per salirci sopra sarebbe infangare scarpe e tachette. Via verso casa, vento di lato che un po’ aiuta, si passa da Terzo Stazione per evitare la SP30 e poi si attraversa Acqui Terme che evita ancora traffico pesante. Strevi e a Rivalta la decisione di salire Ricciotti e Gaggina e lo strappo di Mantovana che ammazza sempre le gambe. Questo avvicina Sara a casa e permette a me di fare gli ultimi km col vento nella schiena, cosa che ultimamente ha del miracolo. Via a tutta, ricordando a tratti il bel giro di oggi. Coraggio da vendere. Siamo andati piano ma chi altri lo farebbe, questo piccolo Fiandre delle Torri, nello stesso modo nel quale lo abbiamo fatto noi. Ci sono strade più semplici ma sarebbe troppo facile e il giro non sarebbe circolare. Scacco matto alle Torri e SEMPREINSELLA!