La Donna di Langa 29/08/2019 • Distanza 154.97 km • Tempo 6:35:43 • Dislivello 1830 metri “Fresca, tiepida, calda, bollente Langa!” Ieri sera, mi era capitata sotto agli occhi una fotografia scattata in un giro dell’anno scorso. Era del 30 Aprile, e ripetevo il percorso della Bra-Bra ma fatto al contrario e la foto rappresentava la Donna di Langa, ho preso spunto e sono tornato lassù all’area attrezzata nel comune di Trezzo Tinella. Ho tracciato il giro come sempre con Ridewithgps, utilizzando la mappa “OSM Cycle” ottimizzata per la bicicletta. Ne è venuto fuori un bel giro con alcune strade per me inedite e molto interessanti. In particolare, ho apprezzato molto la salita che da Vesime, arriva in prossimità di Scorrone, 6 chilometri al 7.2% medio, con tanti tornanti e la parte più impegnativa, concentrata nei primi 3 km. Interessante il passaggio tra Rocchetta Palafea e Sessame e la facile salita per Borgomale e Montemarino. In località Piansarin, (quasi all’incrocio tra le SP265 e 230 nel territorio comunale di Trezzo Tinella) che un tempo, su quella che fu la “strada del sale”, era luogo di riscossione del pedaggio, offre una veduta stupenda sulle colline circostanti. La “Donna di Langa”statua di bronzo creata da Marco Gallo, è li ad onorare il duro lavoro svolto dalle donne sulle colline. Nel corso degli anni, fu oggetto di molti atti vandalici, mutilazioni, spari, imbrattata e addirittura divelta dal piedistallo. Rimossa e restaurata a spese del comune di Trezzo Tinella fu infine ricollocata nell’area attrezzata nella quale oltre alla fontanella per l’acqua, sono presenti tavoli e panche molto confortevoli, poste all’ombra degli alberi. Per il rientro ho improvvisato, scegliendo la direzione in base alle sensazioni del momento. Poco vento e tanto caldo nella valle e nella pianura, l’escursione termica è passata dai 14°C della partenza fino ad un massimo di 33°C. Nella discesa da Scorrone a Rocchetta Belbo (che presto andrò a fare in salita), in un cascinale, dove pareva che la strada dovesse interrompersi, perché passa nei cortili delle case, ho fatto una chiacchierata con un locale contadino, che mi ha spiegato per bene la strada per arrivare alla Donna di Langa. Poco più sotto, eccola, una delle donne che la statua rappresenta, vestita più o meno nello stesso modo, di una’età indefinibile. Sottobraccio un cesto, con i frutti dell’orto, che quasi certamente servirà per pranzo. Sale faticosamente l’erta che conduce alla cascina, lo sguardo basso, il volto triste che però si illumina al mio saluto. Risponde splendida, mi guarda in viso e abbozza un sorriso. È un attimo e siamo lontani. Il più bel ricordo del giro di oggi è questo. SEMPREINSELLA!