Ringrazio tutti i ragazzi della Ruotalibera Alessandria per il bel giro di questa mattina, per l’andatura che subito preso la corsa, non c’è stato tempo di fare conoscenza perciò mi scuso se non conosco i nomi di tutti. Sono sicuro che vorrete aiutarmi taggando i vostri nomi sulle foto che ho scattato. Grazie a tutti.Tre i miei obiettivi, per il giro di oggi, testare le gambe in gruppo, raggiungere la distanza di 200 km e superare i tremila metri di dislivello, tutti centrati in pieno ma il prezzo è stato alto e la media sui 200 km lo dimostra. Partenza alle otto con il gruppo della Ruotalibera , 10 ciclisti in tutto, un bel plotone agguerrito, che ha contribuito ad aggiustare la mia giornata “no”, cominciata questa mattina presto con la telefonata del centralino pronto intervento gas delle ore 04:45, sveglia forzata e almeno due ore di sonno perdute. La prima scaramuccia scoppia violenta a pochi km da Serravalle per proseguire subito dopo la svolta per Varinella fino a San Martino, dopo la seconda salita, quella di Costa salata, ho dei forti dolori intestinali che, consigliano un rientro immediato con il folto gruppo che ha preso la strada di casa appena raggiunta Vobbia ma visto che il buonsenso l’ho lasciato da qualche parte e non ricordo dove, ho proseguito per Crocefieschi con i ragazzi che avevano deciso di allungare il giro. Pin piano, salendo il dolore è diminuito e lasciati i ragazzi della Ruota libera che scendevano verso Busalla, ho proseguito sulla strada dei 200 km raggiungendo prima Savignone e proseguendo verso Casella, fino a Laccio dove i dolori si ripresentano più forti, unica soluzione entrare in un bar e liberare la bestia che mi fa soffrire. Proseguo per Montoggio, Torriglia salendo fino alla Galleria di Garaventa ma le gambe non girano, non riesco a mangiare, sono vuoto di tutto e anche un 4% di salita mi frena tanto che penso di tornare indietro. Mentre salgo in Torriglia, incrocio Francesco (Quelli che van piano) che scende, ci salutiamo e riprendo coraggio avventurandomi sulla strada per la Galleria di Garaventa o Buffalora che dir si voglia. La salita non è dura, la pendenza massima non arriva al 6% ma faccio una fatica terribile, tengo duro so che dopo la galleria si scende per qualche km verso Bavastri e lì conosco un bar dove fanno dei gelati artigianali buonissimi ma entrando scopro che non ne hanno, forse non è ancora stagione, ripiego su un’aranciata e compro dei biscotti da portare a casa. Riparto, la salita non è dura ma faccio sempre fatica, la vista del lago del Brugneto sotto di me mi accompagna fino a Bavastrelli e tra poco raggiungerò Propata dove la strada si fa veramente dura. Al bivio si svolta sinistra per la Casa del Romano e ricordo che dopo pochi metri c’è una fontana freschissima che butta in una vecchia vasca da bagno e mi fermo a fare rifornimento. Non riesco a mangiare, ho solo sete e fino ad ora le fontane che conosco le ho visitate tutte: quella della chiesetta Casella, l’acqua era calda e l’ho buttata arrivando a quella sulla strada poco prima di Montoggio, poi appena fuori Torriglia c’è n’è una fantastica con le vasche di pietra, mentre mi rinfresco un ragazzino mi raccomanda di riempire bene le borracce perché per un po’ di fontane non ce ne sono più, ha ragione la prossima è quella della vasca da bagno. Salgo ancora, la salita è dura e va su a strappi a volte anche del 10-11%, il tempo cambia, in cima al passo di Carrega si vedono nuvole grigie e minacciose ma su di me c’è ancora il sole. Continuo questa interminabile ascesa verso il rifugio Casa del Romano, l’unica cosa che mi tiene in sella è che dopo sarà solo discesa, quasi fino a casa. Mentre avanzo a fatica, ripenso a come questa mattina salivo San Martino, 6 km in mezz’ora, se mi fossi risparmiato un po’ magari ora non sarei semifermo sui pedali o forse la colpa è della levataccia di questa mattina oppure della mia pancia che ha fatto i capricci ma che c…o avrò mangiato per stare così male. Mentre penso a tutte queste cose pian piano arrivo al rifugio e poi al passo di Carrega. Ora si scende, ora è finita, so che ci sono ancora due o tre strappetti ma niente di preoccupante. Allaccio il giubbino antivento e metto i manicotti, meno male che li ho portati perché scendendo fa freddo. Ancora una sosta all’ultima fontana e poi giù, con attenzione perché la strada è disastrata, buchi e tagli quasi ovunque. Finalmente sono a Cabella Ligure e qui l gelato artigianale non me lo toglie nessuno, poi via verso casa, faccio due conti mi mancano circa 50 km all’arrivo e d il ciclo computer ne segna 140, deo allungare la strada se voglio percorrerne 200 quindi a Serravalle devio per Cassano, Villalvernia, Pozzolo, evitando le rotonde dell’Outlet arrivo alla periferia di Novi e dali sulla strada dell’andata raggiungo Casal Cermelli. 203 i km in poco più di 9 ore con un ora e mezza di sosta. 10 ore a mezza in bici W il fondello del Pedale Godiaschese.