11/05/2014
• Distanza 100.52 km
• Tempo 03:45:45
• Dislivello 1063 metri
Per me rimane sempre la salita più bella, quella da Acqui verso Ponzone d'Acqui, tanti i ricordi che mi accompagnano mentre salgo, tra le strade che salgono Ponzone non è la più dura ma la mia preferita.
Ponzone è il mio paese di nascita, quello che, anche se ho vissuto poco perché i miei si sono trasferiti a Casal Cermelli quando io avevo solamente due anni, mi è rimasto sempre nel cuore. Ponzone il paese delle mie origini, tanti i ricordi dei periodo di vacanza infantile e adolescenziale, quando andavo su, in collina per cambiare aria. Ricordo che da bambino, soffrivo in modo atroce di mal d’auto e la strada che porta a Ponzone era per me un vero supplizio. Prima con la Topolino, poi con il 500, cambiava la vettura ma il risultato era sempre lo stesso, nausea e successivo vomito, tanto è che a volte era più la strada fatta a piedi per mano a mia mamma, mentre papà avanzava con la macchina per aspettarci un paio di tornanti più in su, risalivamo in auto e ricominciavo quasi subito a soffrire e si riscendeva e si camminava, sempre così fino alla piazza dove finalmente tiravo un sospiro di sollievo perché era finita la strada con le curve, eravamo arrivati a destinazione.
Oggi sto’ salendo per quella strada in bicicletta, non ricordo quante volte l’ho percorsa, tante sicuramente, spesso da solo come oggi, molte altre volte in compagnia, dando battaglia nei tratti duri o salendo piano per stare assieme agli altri, ricordo una volta in particolare, quando dopo il bivio per Cavatore dove inizia il tratto in falsopiano, ho agganciato la corriera dell’Arfea e a ruota a 55 km/h l’ho seguita fino a che la salita non è ricominciata.
Oggi mentre salgo, ripenso a mio padre, quando raccontava che dopo essere sceso ad Acqui Terme, in bicicletta, risaliva verso il paese con 40 kg di giornali sul portapacchi, da rivendere poi nel paese e nelle frazioni a quando scendeva alle 4 di mattina del lunedì per poter essere al lavoro ad Alessandria in tempo e ritornare a casa il sabato pomeriggio e allora la strada non era asfaltata e la bici non era un’ultraleggera, non aveva il cambio, con lo scatto fisso, contropedale e rapportino da salita che in pianura dovevi girar ben bene le gambe per andare un po’ più veloce.
Oggi salgo per questa strada che fa parte della mia vita e come nella vita alterna tratti duri dove ci vuole pazienza e tanta forza per superali a tratti morbidi, in contropendenza, in discesa leggera dove puoi riposar le gambe oppure darci dentro a più non posso per guadagnar qualcosa dalla volta precedente che sei salito Oggi salgo dolce, sono in cima in 45’, un rapido giro del centro, due foto scattate, nessuna visita parenti, ho fretta, devo essere a casa per mezzogiorno, l’ho promesso ad Ornella che oggi si sarebbe pranzato assieme.
Via, via, la rapida e corta discesa verso il bivio con la Pieve e poi ricomincia a tratti la salita, tanti strappi, più o meno lunghi, qualcuno raggiunge pendenze anche del 9%, Chiappino 1°, Chiappino 2°, bivio di Pianlago, Cimaferle, sempre su e giù, bivio Verzella, Abbasse, Toleto, Alberghino, poco prima del bivio per Bandita la strada si butta finalmente giù, tornante e curva, tornante e curva come una vera strada di montagna. A Cassinelle svolto deciso verso la stradina che porta sul Cremolino, poche centinaia di metri abbastanza duri e poi il tratto leggero della strada che sale a Cremolino, poi le Cappellete in discesa, a tutta, fino ad Ovada, ora è vento nella schiena sulla strada di casa.