“Un metro e mezzo non basta” Ormai sono quasi dappertutto, i cartelli che segnalano la presenza di ciclisti e raccomandano ai conducenti di veicoli a motore, di rispettare -in caso di sorpasso- la distanza minima di 1.5 metri. È una buona cosa, anche se secondo me, nel caso di un sorpasso da parte di un camion con rimorchio, i 150 cm sono ancora pochi, la velocità, lo spostamento d’aria, eventuali sobbalzi o buche dell’asfalto che possono far deviare il rimorchio, mettendo a rischio comunque la sicurezza del ciclista, ma questo è solo, un mio pensiero. Purtroppo, la causa principale degli incidenti è da imputare all’imprudenza, distrazione, superficialità nel condurre il mezzo a motore che nel caso di impatto con un velocipede o pedone, questi ultimi, hanno sempre la peggio. È successo ancora, la scorsa domenica ad Albera Ligure, dove il giro domenicale dell’amico e ciclista Salvatore, si è interrotto nell’impatto contro un auto che da un cortile si è immessa improvvisamente in strada. Ironia della sorte, Salvatore, imprenditore novese, nonché Presidente della Overall Cycling Team di Pasturana, è stato l'artefice in una campagna a favore della sicurezza in bicicletta, anche con la grafica del metro e mezzo che auto e camion devono dare alle biciclette. Il nuovo testo dell'articolo 148 del Codice recita: "Il sorpasso dei velocipedi da parte dei veicoli a motore deve essere effettuato con adeguato distanziamento laterale in funzione della velocità reciproca e dell'ingombro del veicolo a motore, per tener conto della ridotta stabilità dei velocipedi, fermo restando, ove le condizioni della strada lo consentano, di mantenere la distanza di sicurezza di almeno metri 1,5. Purtroppo il metro e mezzo non basta, ci vuole il buonsenso. Vengo al giro di oggi, seconda puntata di quel desiderato giro della Provincia di Alessandria che non potendo fare in un sol colpo, continuo a frazionare in porzioni sempre più piccole. Lo scorso giro i primi 100 km, oggi i successivi 45, percorsi sulle colline dell’ovadese al limite dell’Appennino Ligure, fino alla valle Scrivia. Il percorso da Ovada: • Belforte, Gambina, San Pietro • Lerma, Casaleggio Boiro, Mornese • Salita al Monte Lanzone detto L’Alpino per via della statua sulla sua vetta. • Discesa al valico degli Eremiti e Voltaggio • Sottovalle da Carrosio • Arquata Scrivia Oggi va meglio della scorsa uscita ma anche se ho ancora gambe, non mi “azzardo” a salire il colle delle Forche, devio dal percorso del giro provincia,cercando ancora qualche metro di salita, con Crenna Superiore e il Colle del Fasciolo, 192 metri sul mare, un mito qui da noi. Prossimo passo, il Colle delle Forche e magari Vendersi, vedo le gambe cosa dicono, la testa non l’ascolto più. I miei migliori auguri per una pronta guarigione a Salvatore. I miei complimenti a Piero che ha nuovamente cominciato a pedalare, Un incoraggiamento a Massimo perché possa presto risalire in bici. Un saluto a tutti gli amici ciclisti che purtroppo, hanno avuto problemi e che per fortuna li hanno superati. Un metro e mezzo non basta, ci vuole il buonsenso da parte di tutti. SEMPREINSELLA!