Big Bench Hunter: Una panchina per caso!
10/11/2017
• Distanza 192.6 km
• Tempo 7:47.27
• Dislivello 2114 metri
Quando sono partito questa mattina sulla traccia di un giro del 2 novembre 2014, non pensavo assolutamente alle Panchine Giganti. Ho caricato il giro "La Bici è come la Langa, crea imbarazzo e dipendenza", in reverse per non farlo nella stessa maniera di allora e mi sono avviato in una nebbia abbastanza spessa che si è alzata all’improvviso e mi ha accompagnato per i primi 20 km del giro. Freddo fino a Strevi, poi la temperatura si alza e il sole si fa vedere, purtroppo per poco tempo. Dopo la salita che da Cortemilia porta a Bergolo, prima un sottile velo di nubi filtra i raggi solari e proseguendo nella corsa la coltre nuvolosa diviene sempre più spessa finche, il freddo ritorna e il sole sparisce definitivamente. Proseguo sulla salita che da Monesiglio porta a Bragioli, continuo su questa bella strada panoramica e dopo qualche chilometro in località Viora, fermandomi per scattare un paio di foto, ecco che vedo appena nascosta dalla scarpata, la Grande Panchina Arancione di Paroldo. L’unica fino ad ora accessibile a tutti, anche a chi non è in grado di camminare. Attraverso una passerella in acciaio ed uno speciale meccanismo, che permette l’apertura dello schienale della panchina è possibile salirci anche con una sedia a rotelle. Documento con qualche fotografia, scendo la scarpata per fare qualche scatto di fronte alla panchina e viste le condizioni del terreno, fradicio di pioggia, riesco ad infangare per bene le scarpe da corsa. Per risalire in bicicletta ho dovuto ripulirle per bene. Proseguo e scendo in direzione di Niella Belbo alla rotatoria di Bossolasco, ritrovo l’opera d’arte contemporanea con le due bici e la scritta che ha dato il titolo al vecchio giro e mi fermo ancora per una foto. Proseguo in direzione di NIella B.bo, scendo e risalgo per quella che sarà l’ultima salita di oggi. Superata Niella mi sfiora l’idea di tornare a vedere la Grande Panchina Azzurra ma ho i minuti contati, le ore di luce si sono ridotte e so che farò fatica ad arrivare a casa prima del tramonto. Continuo la corsa verso Feisoglio, Cravanzana, Bosia, Rocchetta, Cossano, la discesa è finita da un po’, le gambe non girano, ho male alle ginocchia e alla caviglia sinistra e chissà per quale motivo, quando si è stanchi e malandati, il vento soffia sempre a sfavore. Proseguo quasi in pianura, verso Nizza Monferrato, gli ultimi due strappi a Bazzana e a Carentino, li faccio d’inerzia, pigramente. Do uno sguardo al Garmin, leggo che il tramonto di oggi è fissato per le 17:01, mancano pochi minuti, forzo l’andatura con quel poco che mi è rimasto nelle gambe, sono a casa alle 17:25. Non è ancora buio per fortuna.