Big Bench Hunter: Lavanda e Moscato 10/06/2018 • Distanza 139.82 km • Tempo 05:36:32 • Dislivello 1450metri “Giugno, Ginestre e Tigli, profumi intensi, si avvicina l’Estate” Le Grandi Panchine della provincia di Alessandria, sono quattro: Sala e Rosignano Monferrato, visitate ieri, Merane e Strevi viste oggi. A breve, ne installeranno una a Bistagno ma non si sa ancora nella di preciso, ne sulla posizione e neppure sul colore. Viola lavanda su base Arancione, è la Big Bench di Merana, inaugurata l’otto aprile del 2018. Io ero salito per l’erta che conduce alla torre di San fermo, il 6 di aprile e le panchine era tutta avvolta in un telo blu, in attesa di essere svelata. Avevo sbirciato sotto alla copertura, senza poterla vedere completamente. Oggi sono salito nuovamente alla torre di San Fermo e sull’ultimo tornante, prima della rampa di cemento, eccola li la “Panchina in fasce” del 6 di aprile, ormai svezzata e resa pubblica a tutti. Bella ed in una posizione panoramica stupenda, dalla quale si volge lo sguardo su quattro province, Alessandria, Asti, Cuneo e Savona. Tra tutte le Big Bench che ho visitato fino ad ora e raggiungibili tramite strada asfaltata in bicicletta, questa è, la più difficile da visitare, seguita a ruota da quella di Arguello. Un solo chilometro ma con la pendenza media del 12% e punte del 16%. Per raggiungerla, ho percorso a ritroso, più o meno ,a stessa strada fatta il sei di aprile scorso, con la corta salita di Malvicino e tutti i mangia e bevi per raggiungere Roboaro e Pareto. Poi a Merana dopo qualche centinaia di metri pianura, la rastrellata in faccia della salita alla torre di San Fermo. La lunga corsa con il vento a favore sulla SP30 e raggiunta Acqui Terme, ancora la salita verso Ricaldone. Il solito errore che faccio quando cerco di arrivare alla Big Bench di Strevi. Volo il bivio e mi ritrovo a dover invertire la marcia su pendenze prossime al 12%. Nessuno sulle panchine, oggi, come ieri, sono stato fortunato, di solito è ressa al limite del delirio. Giro corto anche oggi ma visto che è domenica e di solito la bici non la uso nel fine settimana, posso considerarlo un, di più. Quello a cui non sono più abituato, sono il traffico dei vacanzieri per orza e le moto della domenica. Ora, ci sono tanti modi di andare in giro a divertirsi. Capisco gli escursionisti in moto che vanno alla ricerca della natura rispettando sia i limiti di velocità che le persone che li circondano. Ma non concepisco l’uso della motocicletta per gareggiare sulla strada del Sassello e sulla Sp30, mettendo in pericolo la propria vita e quella altrui. SEMPREINSELLA ma alla bicicletta qualunque essa sia.