“A volte, dietro all’angolo, si trovano le cose più belle”
Non sapevo dove andare questa mattina, avevo preparato un giro da caricare sul Garmin ma oggi non c’è stato verso di connetterlo al computer e così ho deciso di seguire l’istinto, la curiosità, la strada, dirigendomi in una zona che frequento spesso ma che purtroppo conosco ancora poco. Raggiunta Oviglio, cerco di percorrere su strade prive di traffico, strette ma ben tenute. Passando per Bergamasco, Castelnuovo Belbo ed Incisa Scapaccino, raggiungo Nizza Monferrato ed attraverso la via Vecchia, raggiungo Calamandrana. Salgo alla parte alta del paese per una strada mai percorsa prima. Soli 1500 metri di lunghezza ma con le pendenze e le caratteristiche di una vera salita.
Raggiunta Calamandrana Alta, discendo per una ripida che mi colpisce talmente da volerla rifare al contrario. Si tratta della Via Maestra, 1200 metri e 11% medio. Due salitelle nuove per me, sono soddisfatto e decido che per oggi basta, si può tornare a casa e punto su Castelboglione, con l’intenzione di raggiungere Acqui Terme e poi Cremolino ma mentre scendo verso Terzo mi torna alla mente il Muro di Castelrocchero e detto fatto, ecco che piazzo la terza corta e dura della giornata. Uno strappo di 900 metri al 14% medio che mi ha sempre dato dei problemi col 39x26. Oggi no, il 36x30 mi sta dando delle soddisfazioni ed aiuta molto le mie gambe.
Discesa verso la Valle Benazzo, la vecchia frana, è ancora li, riparata in parte ma senza l’asfaltatura. Le strade secondarie, sono trattate in modo differente da quelle di traffico e quando succede qualche inconveniente, si risolve tutto con due cartelli che avvisano del pericolo e un ripristino malfatto.
Raggiungo Terzo, traffico imponente, auto e camion che passano veloci. Riesco ad inserirmi sulla SS30 ma al bivio successivo, svicolo sulla strada del Rocchino, molto bella tranquilla, poi raggiungo la strada per il Sassello.
Sto pensando di salire a Cavatore da Melazzo, quando sento il rumore di ruote a profilo alto. Un soffio sul lato sinistro e un treno di quattro giovanissime ragazze mi supera. Finalmente compagnia. Non trovo quasi mai nessuno nei miei giri solitari e mi butto a ruota. Si stanno allenando, non interferisco e mi metto a ruota, l’andatura è buona, cede un po’ sugli strappi ma si pedala bene.
Entriamo in Acqui Terme e si prosegue sulla 456 del Turchino. Pregusto un Cremolino fatto a tutta ma al passaggio a livello di Visone, svoltano a destra. Penso ad una strada nuova, ad una salita che non conosco ed invece sono arrivate al capolinea. Svoltano in un piazzale e si fermano. A questo punto, sono leggermente imbarazzato. Per sbloccare la situazione faccio loro qualche domanda. Sono atlete della ASD Virtus Acqui Terme, della sezione triathlon. Mi scuso per averle seguite praticamente fino a casa, ringrazio per la compagnia e torno sulla mima strada.
Pioggerella d’agosto, scende leggera, bagna appena l’asfalto. Sono sulla SP201 e pochi secondi fa, pensavo di salire il muro di Orsara Bormida ma ora che piove, preferisco tirare dritto verso casa.
Ho quasi concluso il mio giro, in questa fresca mattina d’agosto, con temperatura fresca e clima quasi autunnale. Alla partenza, l’aria non fredda ed il cielo nuvoloso, lasciavano prevedere che potesse piovere, ma pensavo che accadesse nell’Astigiano, dove le nuvole erano molto più compatte e scure. Invece piove qui. Piano ma piove.
Acquerugiola tiepida, non da fastidio ma tornato a casa, dovrò comunque sciacquare la bici e questo si che è un fastidio.
Rivalta Bormida, la strada si asciuga, dal cielo non scende più nulla, sono quasi dispiaciuto. Ormai la bici era bagnata, io ero bagnato e pensavo che un po’ d’acqua avrebbe giovato all’impianto delle fragole fatto ieri. Pazienza, proseguo verso casa, la maglia si asciuga, la bici si asciuga, non c’è vento, il cielo è sempre nuvoloso.
Il cielo è più chiaro a Sezzadio ma torna a scendere qualcosa dal cielo. Piccolissime gocce rade, che ogni tanto colpiscono le gambe. Poi, all’improvviso è ancora acqua. Questa volta abbastanza forte. La bici si bagna, la maglia si bagna, le scarpe si inzuppano. Le ruote raccolgono l’acqua dall’asfalto e la lanciano in alto. I calzoncini, si bagnano. Ora, non sento la catena, le gambe girano a tutta, la pioggia fa sempre questo effetto e presto sono a casa.
I cento chilometri che mi ero prefissato di fare, li ho superati ed anche i 1000 metri di dislivello, non mi aspettavo la pioggia. Spero che almeno giovi alle piantine di fragola. SEMPREISELLA!