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Anteprima: Randomario 2018
11/09/2018
• Distanza 238.86 km
• Tempo 12:03:23
• Dislivello 4482metri
“In pianura mi difendo ma è in salita che mi arrendo.”
Calcoli errati e qualche disavventura sul percorso della RandoMario 2018 provato ieri.
Cabella Ligure, sono ormai le diciannove passate, tra quaranta minuti sarà il tramonto, poi seguirà la notte. Ho appena effettuata un’ultima sosta al bar di Cosola. Poco prima, ero su al ristorante di Capanne di Cosola, dove sono entrato, ho chiamato, bussato alle porte ma nessuno, si è fatto vivo. Ho iniziato la discesa verso Cabella, senza più nulla da mangiare, acqua ce n’è ma devo assolutamente mettere qualcosa sotto i denti, in modo da poter terminare quest’avventura sull’Appennino, iniziata questa mattina.
Ho appena riavviato la segnalazione di posizione, scaduta un paio d’ore fa ed immediatamente arriva la telefonata da casa. È mia moglie che esterna la sua preoccupazione sul fatto che, all’approssimarsi del tramonto, io sia ancora così lontano da casa.
Devo ancora percorrere una cinquantina di chilometri, in condizioni normali potrei farcela in poco più di un’ora e mezza, ma col buio è diverso, più difficile. Mi sono liberato dal giubbino antivento, la sosta a Cosola mi ha raffreddato e nella discesa, battevo letteralmente i denti, ora sto meglio. Giù fa quasi caldo e pedalo senza fatica. Il sole è già sceso dietro alle alte colline della Val Borbera, circondandole di un alone rosa. Un effetto bellissimo, che purtroppo non ho il tempo di fotografare. Voglio sfruttare al massimo i pochi minuti di chiaro che rimangono a questa lunga giornata in bicicletta.
Ho acceso i fari in modalità lampeggio, non è ancora buio ma è sempre meglio rendersi ben visibili. Le strette sono ormai terminate ed il percorso della Randomario, prevede il passaggio sulla provinciale, io preferisco attraversare l’abitato di Borghetto Borbera, illuminato e appena più corto. Questa è l’unica variante che mi sono permesso di fare sui 188 km di questa Randonnée che vuole ricordare un grande ciclista come Mario Tassistro.
Vignole Borbera ed è scuro, per fortuna la zona è illuminata artificialmente in molti tratti ma dove mancano i lampioni, è veramente buio pesto. La luna alta nel cielo sta iniziando la sua fase crescente ed è appena visibile. Incredibile come le asperità del terreno, vengano amplificate, in assenza di visibilità. Il faro anteriore, ora sempre acceso, rischiara bene ma solo un paio di metri davanti alla bici ed a trenta all’ora, non sono sufficienti per vedere tutto. Serravalle è illuminata, come pure il tratto dell’Outlet. Novi Ligure, proseguo nel traffico cittadino ma con una buona visibilità. Penso a quando ne sarò fuori, penso che il tratto più difficile sarà quello tra la rotatoria ed il casello dell’autostrada. In quel tratto la strada è un disastro. Ci arrivo presto in quel disastro. Il traffico è intenso, cerco di stare il più possibile a destra seguendo la linea bianca che delimita la strada ma a volte scompare e nel buio, la bici assume traiettorie diverse. Sento un camion alle spalle, mi sposto appena ed ecco, davanti a me, illuminato per un attimo, un enorme buco, una vera voragine. Alzo la bici nel tentativo di passarlo ma la ruota posteriore atterra sul bordo del cratere e il rumore della ruota che si sgonfia, fa terminare ogni speranza di raggiungere casa in bicicletta. Troppo buio per mettermi a trafficare per sostituire la camera, troppo vicino a casa per non chiamare aiuto.
Aspetto che arrivi mio figlio e ripenso alla giornata, alla Randomario. Il percorso mi pare leggermente modificato ma ricalca la prima edizione. Allora si chiamava Rando Aquata e mi pare che fosse il 2007.
Partito questa mattina alle sette, passando per San Cristoforo, Gavi e la Crenna, ho raggiunto Arquata Scrivia ed il percorso della RandoMario.
Cinque le salita affrontate, in un crescendo di difficoltà:
Crocefieschi da Vobbia
Con i suoi quasi cinque chilometri semplici e tranquilli su di un fondo perfetto e dopo la discesa verso Nenno ed evitato uno scontro frontale con un bilico che stava facendo manovra, contromano all’incrocio tra la SP12 e la SP11, proseguo verso la Val Brevenna. A Molino Vecchio inizia quella che forse è la salita più impegnativa del giorno.
Il passo dell’Incisa
Quasi sei chilometri di salita durissima su un fondo non proprio perfetto, che per fortuna percorro quasi tutta all’ombra. Solo l’ultimo tratto rimane fuori dal bosco ma l’altitudine rende la temperatura accettabile. Su al passo dell’Incisa, quattro chiacchiere con una famigliola che si è improvvisata nella ricerca di funghi, senza trovarne nemmeno uno. La fontana ad Alpe si è seccata da diverso tempo e quindi scendo subito verso valle e su una strada abbastanza torturata raggiungo nuovamente Vobbia. Dando il via alla terza salita.
Valico di San Fermo
10 chilometri e mezzo ma la salita vera inizia dopo il quinto chilometro, appena superata Vallenzona. Quasi tutta al sole, è il versante più duro e quello con un fondo migliore. La discesa verso Dova e la Val Borbera, ha un fondo che lascia molto a desiderare. Buche semi nascoste, arrivano improvvise, rendendo infida la discesa. Bivio per Cabella. La voglia di tornarmene a casa mi assale d’improvviso. Ed è quello che succederà a molti dei partecipanti la Randomario che arriveranno fino a questo punto. Sosto qualche minuto, indeciso se svoltare a sinistra e terminare la corsa oppure proseguire a destra e salire alla casa del Romano. Decido per l’ulteriore fatica.
Passo capanne di Carrega
Dopo un inizio fiacco con tanti due giù, all’ombra del bosco, ecco che dopo il bivio di Cartasegna, la salita da il primo accenno di come si presenterà nei prossimi chilometri. È solo il nono chilometro ed un tratto duro mi costringe ad un fuori sella. All’undicesimo chilometro la strada spiana ancora e si raggiunge Carrega. Qui, inizia la vera salita, sette chilometri duri, senza mai un attimo di respiro, fino a scollinare il passo raggiungendo quella che tutti chiamano la Casa del Romano. Ho fatto una piccola ricerca e pare che la il nome derivi da questa leggenda:
Casa del Romano è la frazione più alta del comune di Fascia. Il nome della località, e della vecchia locanda, nasce da una leggenda trovata su http://www.altavaltrebbia.net/frazioni/1456-casa-del-romano-.html.
Si narra che un certo Stevanin fosse emigrato per lavoro verso Roma, per cui in paese cominciarono a chiamarlo "il romano". Lì conobbe una bella ragazza e si innamorò tanto da prometterle che, se lo avesse sposato, l'avrebbe portata a Sottoripa, in Liguria. Lei s'informò e seppe che Sottoripa era un quartiere centrale di Genova ed accettò. Entrambi felici partirono e un bel giorno giunsero in un villaggio solitario dei nostri monti e, mentre lei si dissetava ad una fonte, Steven in la rincuorò dicendole; "Bevi con calma che siamo arrivati!" "Allora mi hai ingannato!" sbottò lei. E Stevanin rispose: "No, mia cara. Questa è Sottoripa di Montebruno". Col passare dei giorni la fanciulla era sempre più triste, finche un giorno disse: "Stevanin mi hai ingannato, ma piuttosto che stare qui voglio andare a vivere sul monte più alto che si vede da qui". Stevanin l'accontentò: su quel monte costruì una casa e poi un'osteria che ancor oggi si chiama appunto "la Casa del Romano".
Bella vero?
Salendo verso il passo, mi immagino già la sosta al ristorante, con una bella birra ed il gelato. Ci arrivo, lassù e imbocco la rampa della casa del Romano, d’impeto. La porta del bare è aperta, un signore è sulla terrazza, sta parlando al telefono. Scendo dalla bici e armeggio per collegare il Garmin alla batteria tampone. Tolgo il casco e salgo di corsa i gradini che dal cortiletto portano alla terrazza. Non c’è nessuno. La tenda della porta, leggermente scostata lascia intravvedere la porta chiusa. Nel tentativo di entrare mi accorgo che è chiusa a chiave. Busso, non risponde nessuno. Sono perplesso, la voglia del gelato e della birra mi torturano ma sono costretto ad andarmene. Cercherò qualcosa in val Trebbia, dove l’ospitalità Emiliana, forse sarà migliore di quella Ligure.
La discesa verso valle non è proprio perfetta e dopo qualche chilometro, nel tentativo di evitare un grosso buco, saltando a piè pari, sollevo la bici in volo. La ruota anteriore passa, quella dietro no. Aria che esce e camera bucata. Mi sistemo all’ombra per la riparazione, sempre col pensiero fisso del gelato e della birra. Completo la discesa. A valle ho un’altra crisi di identità e interrogo Garmin per sapere quale sia la via più breve per tornare a casa. Coscienziosamente e scientificamente, lo strumento mi comunica che la strada meno lunga è quella della casa del Romano. Questo basta a farmi decidere di proseguire sul giro della RandoMario.
Valle del Trebbia, direzione Piacenza, Loco, finalmente un bar sulla strada. Due gelati, una birra e mezza minerale e poi riparto. Rovegno, Gorreto, supero il confine della gestione stradale tra il compartimento di Genova e quello di Bologna ed entro ufficialmente in Emilia Romagna. La SP45 in leggera discesa mi porta alla mia ultima salita.
Capanne di Cosola da Traschio
La salita più lunga, quella che raggiunge la massima altezza. 23 chilometri in tutto, salita irregolare, che non lascia prendere il passo. Alterna tratti morbidi ad altri duri, lievi discese e strappi micidiali. La valle è quella del torrente Borreca, la strada si incunea in essa, quasi senza tornanti, sfiorando i piccoli centri abitati di Valsigiara, Cerreto e Zerba. Il fondo dopo Zerba è stato asfaltato a tratti, gli innumerevoli buchi presenti sul piano viabile, eliminati, finalmente per qualche anno. Ora attendiamo pazientemente che se ne presentino altri nei tratti che non sono stati asfaltati. Proseguo, su per questa strada interminabile, pensando alla sosta che farò su all’albergo di Capanne di Cosola. Ma questo l’ho già detto all’inizio, vero. Torna l’ospitalità ligure, dove pare che il turismo, quasi dia fastidio, soprattutto quello in bicicletta.
Ecco è arrivato mio figlio. Grazie Marco per la pazienza che mi dimostri. Carichiamo la bici, la ruota posteriore sgonfia, non ho ancora controllato ce ci sono altri danni. Grazie Marco, portaci a casa, per oggi il giro è finito. 12 ore e 238 km e quasi 4500 metri di dislivello. SEMPREINSELLA e qualche volta anche in macchina.
By: | Un Randagio in bici |
Started in: | Casal Cermelli, PIE, IT |
Distance: | 238.0 km |
Selected: | 238.0 km |
Elevation: | + 4492 / - 4425 m |
Moving Time: | 12:00:45 |
Gear: | Costanza |
Page Views: | 59 |
Departed: | Sep 11, 2018, 7:03 am |
Starts in: | Casal Cermelli, PIE, IT |
Distance: | 238.0 km |
Selected distance: | 238.0 km |
Elevation: | + 4492 / - 4425 m |
Max Grade: | |
Avg Grade | |
Cat | |
FIETS | |
VAM | |
Ascent time | |
Descent time | |
Total Duration: | 13:53:45 |
Selection Duration: | 50025 |
Moving Time: | 12:00:45 |
Selection Moving Time: | 12:00:45 |
Stopped Time: | 01:53:00 |
Calories: | 8829 |
Max Watts: | |
Avg Watts: | 196 |
WR Power | |
Work | |
Max Speed: | 56.1 kph |
Avg Speed: | 19.8 kph |
Pace: | 00:03:30 |
Moving Pace: | 00:03:01 |
Max Cadence: | 112 rpm |
Min Cadence: | 19 rpm |
Avg Cadence: | 64 rpm |
Max HR: | 158 bpm |
Min HR: | 82 bpm |
Avg HR: | 121 bpm |
Heartrate zones: | |
Zone 1: | 1 hour 22 minutes |
Zone 2: | 1 hour 55 minutes |
Zone 3: | 1 hour 50 minutes |
Zone 4: | 2 hours 48 minutes |
Zone 5: | 1 hour 42 minutes |
Best format for turn-by-turn directions on modern Garmin Edge Devices
Best format for turn by turn directions on Edge 500, 510. Will provide true turn by turn navigation on Edge 800, 810, 1000, Touring including custom cue entries. Great for training when we release those features. Not currently optimal for Virtual Partner.
Useful for uploading your activity to another service, keeping records on your own computer etc.
Useful for any GPS unit. Contains no cuesheet entries, only track information (breadcrumb trail). Will provide turn by turn directions (true navigation) on the Edge 705/800/810/1000/Touring, but will not have any custom cues. Works great for Mio Cyclo. Find GPS specific help in our help system.
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