“Gnocchetto, Passo della Crocetta, Monte Calvo, Olbicella, le curve gemelle, Cassinelle, i dossi di Morbello, vento contrario al ritorno” 28/07/2025 • Distanza 120.99 km • Tempo 5:36:28 • Dislivello 1322 metri • Bicicletta Blue Sky • Colore Giallo Parto tardi e con poca convinzione, ho un po’ di rinite e mi pizzica la gola, in oltre non ho idea di dove andare a portare le ruote della Colnago. Ieri sera ho pensato ad un giro sul Beigua, subito cancellato a favore del Faiallo, anch’esso eliminato pensando alla serie: Campo Ligure, Piani di Praglia, Bocchetta da Isoverde e a quel punto Eremiti e Alpino, oppure Castagnola, o meglio dritto a casa. Esco in direzione Ovada su una SP185 che è sempre meno percorribile. Nonostante le previsioni non segnalino precipitazioni, alla mia sinistra il cielo è scuro, quindi escludo subito il passaggio da Campo Ligure e comincio a pensare ad un altro giro. Dopo qualche km sulla strada del Turchino, da un cielo abbastanza aperto con solo qualche altissima nuvoletta bianca, scendono microscopiche gocce d’acqua, quasi impercettibili, nebulizzate, che sento a malapena sulle gambe. Salgo il Gnocchetto e le nuvole scure, sopra Capanne di Marcarolo, sono sempre la; proseguo ed a Rossiglione decido di svoltare su per la val Gargassa, dove il cielo è più terso. L’idea sarebbe quella di salire strada Beiro, ma oggi vado troppo forte in salita, (ha, ha) e volo il bivio proseguendo su per il Passo della Crocetta, le minuscole gocce d’acqua non ci sono più e quando scollino mi viene la voglia di salire al monte Calvo fino alla stazione di pompaggio dell’acquedotto, dove la strada diventa sterrata e con un mezzo idoneo si potrebbe proseguire fino al Monte Pavaglione. La strada è sbarrata, il foglio con una delibera e un cartello ne vietano l’ accesso. Poco male, tanto con la bici da strada è impossibile proseguire e torno indietro fino al Passo Crocetta e poi scendo sulla bellissima strada neo asfaltata per Tiglieto. Giù a Piana di Badia svolto a destra sulla SP207, subito bella e scorrevole ma abbastanza disturbata quando si arriva nei pressi di Olbicella. Il tratto di strada tra Olbicella e il Santuario delle Rocche è nominata dagli indigeni -ormai rimasti in pochi- come “La strada delle curve binele”, dal Piemontese “binei” = “gemelli”, due curve consecutive molto simili, che nella direzione con cui le ho percorse io, piegano entrambe a destra e sono in discesa. Nel frattempo ha ripreso la pioviggine, che non da alcun fastidio e decido di salire a Cassinelle, con l’intenzione di avvicinarmi a Cremolino tramite la via Pobbiano. A Cassinelle soprapensiero, invece di svoltare a destra vado dritto e Cremolino salta dal giro, troppo testardo per tornare indietro, continuo sulla strada verso Galanti e arrivato a Vallosio, comincia a piovere a rade gocce, che al bivio di Morbello si infittiscono. Non danno fastidio, ma devo fermarmi per mettere una protezione al Garmin che avendo un tasto rotto non è più impermeabile. La strada si bagna, affronto il dossi della SP209 con una certa attenzione, sia per la strada bagnata che per le sue condizioni precarie. Da Morbello si scende a Grognardo e finalmente spiove, la strada si asciuga, esce il sole e la temperatura fino ad ora rimasta attorno ai 19-20 °C si innalza sensibilmente. Visone e taglio verso Pontechino, poi Rivalta Bormida e nei pressi di Sezzadio inizia il martirio del ciclista, 8 chilometri circa sulla SP195, con buche, asfalto a pelle di coccodrillo, crepe profonde e tratti a dir poco impercorribili, il tutto condito con un fastidioso e abbastanza forte, vento da NNO. Finalmente è Castellazzo Bormida e messo il vento di lato e le ruote su una strada decisamente migliore, mi dirigo verso casa; ad aspettarmi ancora una volta i miei due gatti, soli a fare da guardiani. La solita foto, ormai d’obbligo, tutti e due in bicicletta, con la Foxy un po’ meno agitata della volta precedente. Tutti a mangiare, è quasi l’una. SEMPREINSELLA!