“Il Fasciolo, la Castagnola e Fraconalto, giù per Freccia e Tegli, Montoggio-Granara-Cascinette, Ternano-Frassineto, Pareto e sbaglio strada facendo lo sterrato, Alpe di Vobbia, finalmente un Arancio, nel finale la vespa” 05/08/2025 • Distanza 151.53 km • Tempo 7:53:19 • Dislivello 2054 metri • Bicicletta Blue Sky • Colore Arancio Guardo la distanza e l’altimetria, e penso che sicuramente questo giro lo ha fatto qualcun altro, poi vedo la media e allora sono sicuro che sia farina del mio sacco… Il giro non è venuto bene, la mia intenzione era oltre a scoprire strade nuove, spezzare la stramaledetta salita di Pareto - Alpe evitando l’altrettanto stramaledetto sterrato che scende al Passo dell’Incisa. Tutto bene fino a Pareto poi. Troppo impegnato a tener d’occhio il fondo stradale non proprio bello, salto il bivio per Porcile unica possibilità per evitare lo sterrato e che avrebbe aumentato il dislivello del giro avvicinandolo ai 2500 metri, e così mi ritrovo a pedalare per 1700 metri con fondo sabbioso, facendo attenzione alle rocce emergenti, pozze d’acqua e altro. A parte questo contrattempo, tutto è filato liscio come da programmazione. Dopo il passaggio tra il traffico e l’asfalto distrutto della SP185, che io ormai chiamo “Il delirio del ciclista”, devio sulla bella strada detta della Lomellina, assaltando il Colle del Fasciolo, ben 192 metri sul mare, e dopo questo primo GPM, raggiungo Gavi passando per la Giora, l’Aureliana e San Cristoforo. Gavi, il bar Matteo è ancora chiuso, niente gelato ma ho in mente di andarci in bici con Ornella nel fine settimana, facendo proprio questa bella strada e una pausa col miglior gelato della provincia. La strada verso Voltaggio è semi deserta, ma i semafori dei lavori in corso inesorabilmente lavorano. Attacco la Castagnola con poca convinzione, e per agguantare questo fantomatico giro color Arancio, su questa salita ho inserito anche Fraconalto e a coronare questa insolita ascesa decido di scendere a Borgofornari passando da Freccia e Tegli, strada affascinate, dura in salita e pericolosa in discesa a causa del fondo stradale dissestato in molti punti. A Borgofornari, il terzo Valico in ferie quindi la strada è asciutta, e proseguo verso Busalla, Casella, e a Montoggio, inizia l’esperimento su una strada che non ho mai fatto, con l’accoppiata: Montoggio-Granara-bivio Cascinette, seguita dal drittone Ternano- Frassineto, due salite corte ma di tutto rispetto. La discesa dopo Frassineto porta giù in Val Brevenna e costeggio l’omonimo Torrente, passando per: Carsassina, Casottino, Prosementino - quasi uno scioglilingua-, Molino vecchio e do un languido sguardo al bivio per Claverezza, masochistica scorciatoia per il Passo dell’Incisa e l’Alpe di Vobbia. Proseguo, ed essendo a secco con le borracce, mi fermo al Santuario della Madonna dell’Acqua a fare il pieno e due fotografie, dopo circa 300 metri, la svolta a sinistra da l’attacco all’altrettanto masochistica salita di Pareto, quella che volevo spezzare per evitare lo sterrato e invece me la sono fatta tutta, 6.5 km, all’ 8.5%, con punte del 18 e pussa %. In verità, devo dire che di tutte le volte che ho percorso questo fatidico sterrato, questa versione è stata la meno difficoltosa, il fondo è si sabbioso e le ruote a volte slittano, affondano, derapano, rimane qualche roccia affiorante alle quali bisogna fare attenzione, ma i buchi e le mille pozze d’acqua sono scomparsi quasi del tutto. Passo dell’Incisa, non mi fermo e scendo direttamente a Vobbia, dove sosto pochi minuti per ripristinare il mio metabolismo a livelli ottimali con un paio di bocconcini, e poi via, giù per la Val Vobbia, poi Isola del Cantone, Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia, vento alla schiena che aiuta dopo tutta questa salita. I 5 km persi sbagliando strada, non mi permettono di raggiungere 151 km e a Novi Ligure esco dal percorso programmato e facendo un largo giro recupero lo spazio che basta a fare un giro Arancio. Sulla strada per Bosco Marengo, il colpo sul bordo del casco e una vespa che scivola sotto all’occhiale, il tempo di capire cosa succede e la puntura arriva inesorabile al sopracciglio sinistro. Dolore. Strappo via gli occhiali, stritolo la vespa, al suo veleno sono immunizzato, se fosse stata un’ape, ora sarei gonfio come un pallone, invece ho un semplice rossore e dolore al tatto. Tra Novi Ligure e Casal Cermelli, ho incrociato una decina di ciclisti passati alla spicciolata, con attrezzatura da ultracycling, non so che gara sia e non trovo riscontro in rete. Casa, finalmente dopo questi 150 km desiderati da tanto. Salendo la Castagnola mi era arrivato il messaggio con la proposta di una cena a base di Polenta e Stoccafisso, ravioli e carne alla griglia, alla festa di san Giacomo di Rocca Grimalda. Ho rinunciato, sapendo che la distanza e l’altimetria del giro non mi avrebbero permesso una partecipazione corretta e durevole, sarà per il prossimo anno. SEMPREINSELLA!