“E come sempre si sceglie la B”
È Giuliano che mi chiede di abbozzare un giro in bicicletta sui 140 km, ne preparo tre e lascio al lui la scelta.
Scherzosamente titolo i giri in:
• Busta A, tanti su e giù e due salite belle toste, Castelletto d’Erro (SP225), Pianlago dai Fogli. 140 km 2250 D+
• Busta B, quattro salite Alpino, Sottovalle, Colle delle Forche, Sorli. 131, 2300 D+.
• Busta C, tre salite Cappanne di Marcarolo, Castagnola e Crocefieschi. 135 km e circa 2300 D+.
Tre giri tutti belli ed interessanti con partenza da Predosa dove ci aspetta anche Sara.
Giuliano, non scegli un giro, ne scarta uno per ragioni logistiche e allora lancio la palla a Sara che decide per il giro della Busta B e si parte, da Predosa alle ore nove di una mattina che si presenta eccezionale, temperatura giusta, vento assente e tanta voglia di pedalare.
Il giro scelto da Sara, ricalca in parte il mio sogno nel cassetto ormai irrealizzabile, il Giro della Provincia di Alessandria. È la parte più dura di questo mio sogno ormai dimenticato nel cassetto, che misura circa 400 km.
Si parte verso Ovada, subito una piccola variante su una strada che per Giuliano è nuova, si tratta della Strada Lercaro che si stacca dalla SP155 e raggiunge le mura del Castello di Tagliolo. Bella, tranquilla, circondata da alberi e prati, quasi un paesaggio svizzero. Il passaggio per la borgata San Pietro e la discesa della Gambina, avvicinano a Mascatagliata e Lerma. I su e giù di Casaleggio Boiro e Mornese invece ci portano sulla prima salita seria di oggi, L’Alpino.
La giornata tersa ed il cielo di un blu che toglie il respiro rendono unica quetsa scalata, poi si scende verso gli Eremiti, quasi non serve lo smanicato e dopo pochi chilometri ecco la seconda salita del giorno, la corta ma tosta Sottovalle da Carrosio, con meritata sosta al bar per caffè e focaccia fresca, fresca.
Proseguiamo tutti e tre assieme chiacchierando verso Arquata Scrivia. La prossima salita è Grondona ma strada facendo, provo a buttare la una variante. Si tratta di Lemmi, via Sasso che porta immediatamente in val Borbera. Aggiudicato, va bene per tutti. Giuliano non la conosce e quando si arriva nel tratto duro, quello dopo l’abitato di Sassi, sottolinea che la mia descrizione della salita non era proprio veritiera. Ma quando si scollina ne è entusiasta. Freni tirati sulle rampe al 18% che scendono verso Torre Ratti, l’attraversamento del caratteristico e stretto ponte che attraversa il Borbera e poi sosta alla HBM, per eliminare il fastidiosissimo ciglio per mancanza d’olio, della catena della bici di Sara e rimediare ad un piccolo problema alla mima bici.
Grazie agli amici Davide ed Andrea, sempre disponibili si risolve tutto, tante coccole ad Artù il pastore belga e si riparte verso casa.
Una bella variante, quella di Lemmi al posto di San Martino, ci abbiamo rimesso qualche chilometro e qualche metro di dislivello ma questa è una salita sempre snobbata da tutti che invece da molte soddisfazioni.
Grazie a Giuliano e Sara per la compagnia, alla prossima e SEMPREINSELLA!