Big Bench Hunter: E l'Estate bussò..... “alle porte d’Autunno” 30/09/2019 • Distanza 146.78 km • Tempo 6:46:58 • Dislivello 2073 metri La giornata si è aperta gettando via il progetto di scalare il passo del Portello da Gattorna, troppi chilometri e troppo dislivello o solamente troppo pigro per imbarcarmi in una impresa del genere. 20.000 metri sopra i monti, è il dislivello percorso nel mese di settembre. Per essere precisi sono 21.752 su 1656 km percorsi, in 10 uscite. Fatti due conti, è il mese più carico di km e dislivello fino ad ora e sicuramente di quest’anno, visto che i mesi a venire non porteranno certo bel tempo e luce. E quindi il mio Settembre ciclistico, se n’è andato con onore, rispetto agli altri mesi dell’anno, sicuramente c’è chi riesce a fare di più, soprattutto sulla media (la mia è proprio bassa) ma io mi accontento. Questo Settembre ha voluto andarsene regalando ancora una bella giornata estiva, rinfrescata da un vento da Sud-Est che mi ha dato una mano sulla strada del rientro su un giro inventato chilometro dopo chilometro, che mi ha fatto percorrere molta più strada di quella messa in preventivo . Vado alla cieca o quasi, l’obiettivo è trovare la Grande Panchina di Castel Boglione, in regione Gianola ma ci arrivo facendo un largo giro che passa da Monbaruzzo, Casalotto, Nizza Monferrato, San Marzano Oliveto e poi la decisione di salire a piedi alla Grande Panchina Rosa di Moasca. Si a piedi, perché con una BDC salirci in sella non è possibile, troppa ghiaia sulla strada, le ruote slittano e non si va su. La prima volta, la strada era sterrata e compatta, poi hanno messo la ghiaia e tutte le volte che sono passato da Moasca, ho dovuto rinunciare. Oggi no, sono salito fino al serbatoio di rilancio dell’acquedotto ed ho potuto ammirare il panorama, bellissimo che si vede solo da lassù. Discesa ancora a piedi e poi, l’altra bellissima Big Bench di Castelnuovo Calcea, dove nonostante lo sterrato ci si arriva benissimo anche in sella. Ora è Canelli e la salita verso Cassinasco con la deviazione alla regione Valmorella e quindi alla Grande Panchina Azzurra, anche qui viste le condizioni dello sterrato polveroso, dove le ruote sprofondano e scivolano, salgo a piedi, spingendo la bici fino alla panchina. Tempo di vendemmia, si sta raccogliendo l’uva del vitigno Barbera, l’ultima ad essere vendemmiata. Dopo il Moscato, il cortese ed il Dolcetto, ora tocca al Barbera, ultimo a raggiungere il grado zuccherino giusto per la raccolta. Quindi, gran parte delle vigne nelle quali sono passato oggi, erano già prive dei grappoli, un forte odore di zolfo, ultimo medicamento per mantenere i tralci sani all’approssimarsi dell’Inverno. Foglie quasi morte, dai colori sbiaditi, che hanno terminato ilo loro compito e presto cadranno al suolo, lasciando nudi i tralci. Prosegue sulla bella e stretta strada della regione Valbella, raggiungo Rocchetta Palafea e poi Castel Boglione e la regione Gianola, meta del giro. La Big Bench, Rossa su base Blu, è raggiungibile solo a piedi, arrampicandosi tra i filari di Barbera ma con poca fatica è raggiunta. Proseguo verso Fontanile per rivedere la Verderame, all’ombra della grande quercia e poi la scalata diretta da Mombaruzzo a Quaranti che non piace alla maggior parte dei ciclisti. Ora la Rosa di Alice Belcolle, la Grande Panchina del Sole ed è l’ultima ma ho ancora voglia di salita, anzi a dire la verità mi manca poco per raggiungere i 2000 D+ e quindi allungo passando per la Presa, quella dietro al cimitero di Rivalta Bormida che sale alla Baretta Selvaggia (corta ma secca nei suoi strappi) e poi è finita. Vento nella schiena e rientro alla grande, come la partenza, fatta a ruota di un trattore da 42 km/h con al traino, aimè un rimorchio spandi letame, carico di sterco di vacca. Ma il disagio non era l’odore acre che emana la sostanza ma il fatto che ad ogni sobbalzo, dal rimorchio cadeva una piccola parte del carico e il gioco consisteva nel non salici sopra col rischio di cadere. Il buongiorno si vede dal mattino. SEMPREINSELLA!