“Colline Ovadesi, con Giuliano”
16/10/2019
• Distanza 123.20 km
• Tempo 5:38:16
• Dislivello 1190 metri
L’appuntamento con Giuliano è per le 9:15 a Predosa. Il giro proposto, parte del percorso della Ovada in Randonnée, modificato a costruito sulle sue necessità di post convalescenza.
Parto un po’ prima, la bella stellata che si poteva ammirare alle sei e trenta, col chiaro è stata nascosta dalla nebbia, dopo il nubifragio che ieri ha imperversato per diverse ore, è abbastanza normale che oggi ci sia nebbia. Fatti pochi km e gli indumenti sono già umidi, grosse gocce d’acqua sgocciolano dal casco e dagli occhiali, gli scalda gamba brillano, coperti da minuscole gocce di rugiada.
Proseguo, voglio fare i boschi di Sezzadio ma il sottopasso delle 7 vie è allagato, torno indietro e cambio percorso. I boschi saltano e mi avvio verso Predosa facendo comunque un largo giro, la nebbia si alza improvvisamente lasciando spazio ad un bel sole tiepido.
Quando arrivo all’appuntamento, il mio compagno di viaggio sta montando la bici, mi informa che per ragioni tecniche non dovrebbe superare i 130-140 battiti per minuto. Non c’è nessun problema, ho un dolore al retto femorale destro, devo stare tranquillo anch’io.
Con calma ci avviamo, seguendo le frecce verdi del percorso. Le colline d’Ovada hanno un loro fascino, che noi del luogo, forse non apprezziamo come si dovrebbe ma Giuliano, riesce a farmi notare cose, sfumature, particolari che mi erano sempre sfuggiti.
Il percorso non ha quasi mai tratti pianeggianti, o si sale o si scende, un piccolo Fiandre Alessandrino. Pedaliamo con calma, Giuliano sempre attento alle pulsazioni, si chiacchiera, ogni tanto ci si ferma per una foto, per apprezzare meglio un particolare paesaggio.
È dall’alto della Gaggina che possiamo ammirare l’effetto della nebbia di valle, bianca, sospesa a mezz’aria, lascia intravvedere le cime delle colline ma non la vallata. Sullo sfondo la sagoma del Monviso, svetta lontanissima, più a destra ecco il monte Rosa, coperto di neve fresca.
Si scende ed il sole sparisce, la coltre nebbiosa lo oscura e la temperatura scende d’improvviso. Si sale verso Orsara Bormida e ci immergiamo nella nebbia, è solo per poco, dall’alto di Trisobbio, torna il sole e non ci abbandonerà più per il resto del viaggio.
Si sale si scende, pianura assente, quasi tutte le strade che percorriamo portano i segni del nubifragio. Nei punti più a valle, fango e ghiaia impongono prudenza. Giuliano è entusiasta quando si passa accanto alla tenuta Facchino, avvolta da una stupenda vigna.
Si sale, si scende, niente pianura e siamo ad Ovada. La sosta al Caffè Trieste, focaccia di quella bella alta, morbida profumata, seduti al sole, caldo, forse anche troppo. Ale che passa in sella alla sua bici, vedendoci, inverte la rotta e si ferma a conoscere di persona Giuliano. Con i social media, siamo tutti amici virtuali, si scherza, si ride, si chatta ma di persona è meglio.
Ripartiamo. Variante sul giro per arrivare ai 1000 metri D+. ma Belforte Monferrato e Tagliolo, non bastano. A Silvano d’Orba, sosta fotografica davanti al negozio delle Grappe Gualco, poi Capriata e la regione Gorra, per uscire dal traffico, passaggio a Predosa e la Boidina che porta a Castelferro per un saluto a Sara, che come al solito non c’è.
È sulla strada che scende da Castelferro verso Retorto che ci supera Claudio a bordo di un’auto, suona il clacson in segno di saluto. Io fraintendo e lo mando a stendere con un gesto della mano. Poco più avanti, si ferma, ora lo riconosco. Mi spiace per prima, quattro parole veloci, oggi abbiamo tutti fretta e si riparte.
Predosa, saluto Giuliano che ringrazia per il giro e la compagnia. Non voglio tornare per una strada già fatta all’andata e proseguo verso Basaluzzo e Bosco M.go.
Bella giornata, bel giro, bella compagnia e magnifici incontri, domani si pedala ancora, si va in langa con Marco e Sara, un giro al buio, spero non sia troppo duro. SEMPREINSELLA!