Big Bench Hunter: Alta Langa d'Autunno “Il Paradiso a tiro di ruota” 4/11/2019 • Distanza 201.47 km • Tempo 8:52:44 • Dislivello 2382 metri Maurizio rizzo Otto giorni fermo, ultimamente il cattivo tempo la fa da padrone e se ci aggiungi qualche impegno, ecco che passa una settimana senza salire in bici. L’ultimo giro lo avevo fatto due sabati fa, 200 km per andare a vedere l’Angelo dell’Alta Langa a Bossolasco , bellissimo giro, in una stupenda giornata di sole. Oggi ho voluto tornare da quelle parti ma per vedere la Grande Panchina Gialla e Blu di San Benedetto Belbo. Volevo un 200 anche oggi e lo avevo studiato in modo da arrivarci giusto, giusto, senza strafare ma le cose non sono andate come previsto e ho dovuto accorciare un pochino per non arrivare a casa col buio. Tra alba e tramonto, in questo periodo ci sono circa 10 ore, più che sufficienti per 200 km ma a sfavore delle previsioni meteo che dichiaravano sole e vento da Sud-Ovest, la giornata si è aperta con nebbia fitta ed estesa e vento poco vento da Nord. Poi ci si è messo anche Garmin che come ogni tanto gli piace fare, si è piantato subito alla partenza, ripudiando tutti i sensori. Quando finalmente riesco a partire mi accorgo di avere dimenticato il giubbino anti vento e quindi “chi non ha testa abbia gambe”, sono tornato a prenderlo. Messe assieme tutte questa cose, invece di partire alle otto come previsto riesco a rimettermi in strada alle 8:40 circa. A favore il poco vento da Nord che non riesce nemmeno a spostare la nebbia ma almeno non mi frena. Devo fare una ventina di chilometri per levarmi la nebbia dagli occhi e poi finalmente è sole. Prendo la strada più veloce, Nizza Monferrato, tangenziale e la provinciale fino a Cossano Belbo. Qui la prima salita, San Donato 6 km al 7% ma con un inizio bello duro, poi è Alta Langa. Un saluto alla “Donna di Langa” e poi Montemarino, Manera, si alza il vento da Sud-Est, potente, insistente, sono a 700 metri di altitudine, pedalo in pianura ma il vento mi distrugge. Benevello, Tre Cunei, e la deviazione per Arguello e la sua Big Bench Verde Brillante. Discesa in Valle Belbo e risalita per Cerreto Langhe, 3200 metri al 9% medio, bella secca direi. A dire il vero questa seconda salita potevo evitarla, bastava proseguire dritto senza andare ad Arguello ma è stato più forte di me, mi piace troppo quella panchina. Ed è ancora Alta Langa e ancora vento forte. Tutto sommato non mi dispiace, vuol dire che tornando a casa lo avrò dritto nella schiena. Serravalle Langhe, Manere, Bossolasco e poi ancora discesa verso la valle del Belbo ed è qui, all’ultimo tornante prima di arrivare in valle che incontro la Big Bench Gialla-Blu con una veduta spettacolare sul paese che l’ha ideata, San benedetto Belbo. Sosto per le foto e mangiare qualcosa ma quando riparto, qualcosa si è spento dentro di me. L’obiettivo raggiunto, il vento, le gambe che si sono raffreddate e non girano più molto bene. Scendo i due chilometri che mi separano dal fondovalle, poi dovrei svoltare a destra e salire a Mombarcaro ma viste le mie condizioni precarie e calcolato che se allungo ancora la strada non arriverò a casa col chiaro, rinuncio a Mombarcaro e salgo direttamente a Niella Belbo. Anche a Niella c’è una bella Big Bench, è quella Azzurra alla spianata dell’Amore e con una giornata come questa e col vento chè c’è, chissà che veduta si presenta. Vado, tanto allungo di pooco e lo spettacolo è da togliere il fiato. Non mi fermo e proseguo verso Nord Est, ora col vento nella schiena, giù per la discesa che porta a Feisoglio e poi a Cravanzana. Scendo di quota ed il vento cambia, è sempre fortissimo ma spira da Nord Est, è talmente forte che anche in discesa non trovo il minimo conforto. Se al fondo valle è così, a casa non ci arrivo di sicuro. A Bosia, decido di salire sullo spartiacque tra Belbo e Bormida e per una strada stretta, dura ma veramente entusiasmante, arrivo a Castino, da qui scendo verso Cortemilia ma al bivio svolto a sinistra in direzione di Acqui Terme. Il vento qui è meno forte ma la strada alterna leggera salite a d altrettante discese, non è un bel pedalare. Mi faccio forza, Vesime, Cessole, Bubbio, tutto un su e giù. A Monastero Bormida, da una strada laterale, sbuca un ciclista. Subito penso di mettermi a ruota ma poi scelgo di rimanere ad una decina di metri dietro di lui. Il sole allunga le ombre dritte davanti alla bicicletta e tengo la mia ombra come distanziatore dal mio incentivo a pedalare. Non si è accorto di me che lo seguo a distanza, a Bistagno, contro le mie previsioni, svolta a sinistra verso Acqui e io sempre dietro. Non va forte, e per me è un bene. Siamo quasi a Terzo quando ad una rotatoria mi vede, continua senza aumentare, forse aspetta che io lo raggiunga. Capisco che è a disagio, ogni tanto accenna a voltarsi per capire se sono ancora li oppure no. Decido di cambiare strada e svolto per Terzo stazione, mi tolgo dal traffico e non disturbo più. Quando sbuco al bivio del passaggio a livello, lo vedo passare, ha sempre qualche metro di vantaggio, ci risiamo come prima. Ma, al successivo bivio, entra in città e io proseguo col traffico della provinciale. Più avanti le due strade si uniscono, ed eccolo ancora li che sale lo strappo di Strevi, io proseguo sulla tangenziale. Non lo incontro più, proseguo per Rivalta Bormida, la forza nelle gambe è tornata. Sezzadio, ed ecco un altro ciclista, seguo anche questo, mi pare di conoscerlo ma resto comunque a distanza. Quando si accorge di me, alza la mano in segno di saluto, mi avvicino, è Maurizio Rizzo che rientra dal giro di allenamento, ogni tanto ci incontriamo e quasi sempre verso sera. Scambiamo due parole e poi ci lasciamo a Castelspina. Casa è vicina, il sole tramonta alle 17:09, a casa ci arrivo alle 17:15 non è ancora buio ma lo sarà presto. SEMPREISELLA!