Quello del triplo Scorrone “ogni tanto ci troviamo” 28/10/2020 • Distanza 170,46 km • Tempo 7:23:51 • Dislivello 1.755 metri Occhio e croce ha la mia età, è un ciclista della zona, correva da giovane, alle corse di paese, si ricorda di diversi ciclisti alessandrini. La prima volta che l’ho incontrato ero con Sara, si andava a fare lo Scorrone dalla SP31. Specifico, perché allo Scorrone ci si arriva da diverse strade e questa è quella meno difficile, circa 9 km al 3.1% medio. Ci aveva fatto strada lui, su per questa bella salita che porta a Castino e andando a cercare in archivio, so che era il 17 di ottobre 2107 e il giro era Sperduti tra le Langhe 192 km e 2340 D+. Questa mattina non era tutto limpido con visibilità illimitata come ieri, ma c’era il sole, temperatura fredda ma sole pieno e ho voluto replicare, con qualche riduzione, (circa 30 km) il giro dello scorso anno “L’Angelo dell’Alta Langa”. In senso orario come quello dell’anno passato ma con qualche variante. La prima, molto bella ed interessante evita la SP25 AT di Valle Bormida nel tratto compreso tra Bubbio e Cesole. Mi riferisco alla Madonna della Neve, di un certo impegno presa da Bubbio e molto suggestiva, nel suo passaggio tra le colline a tratti immersa nel bosco, in altri aperta tra vigne e noccioleti. Sosto qualche istante al cinquecentesco Santuario della Madonna della Neve, accanto c’è un ristorante e dalle cucine fuoriesce un profumino delizioso, sono solo le 10 altrimenti mi sarei fermato a pranzo. Via in discesa verso Cessole e poi su in leggera salita per Cortemilia. Non la raggiungo, al bivio, svolto a destra e salgo per i 5 km che portano a Castino, poi a sinistra sulla via per Cravanzana, molto bella anche questa. Arrivo a Bosia e risalgo verso Cravanzana. L’amico dello Scorrone lo avevamo incontrato anche qui, io e Sara, quest’anno al passaggio della Milano Sanremo. Cravanzana, Feisoglio e si scende nella valle del Belbo. Lo scorso anno avevo proseguito fino a Niella, ma oggi mi sembrava troppo lunga e ho tirato dritto per Bossolasco, questa la meta, l’Angelo dell’Alta Langa, che oggi, colpito dal sole, luccicava più del solito. Si torna verso casa e le nuvole oscurano il sole, non fa freddo ma è un disagio, soprattutto in discesa. Manere, Serravlle Langhe, Pedaggera, Lequio Berria, l’Alta langa è sempre affascinante anche senza il sole. Da Lequio Berria, invece di proseguire per Benevello e Manera, taglio per la diretta su Borgomale, più corta, più impegnativa e molto più interessante. Ma appena uscito da Lequio B. al cimitero, ecco il cartello che avvisa che la strada è interrotta poco prima di Borgomale. Scendo ugualmente, la bici, passa dappertutto. Ci arrivo al cantiere che ripara la strada di quello che era in quel punto la SP281, ne rimane una piccola striscia di un centinaio di metri, aggrappata alla massicciata a sinistra, a destra il vuoto. A qualche metro di distanza, si erge un alto muro di contenimento che servirà, si spera a non farla più franare. Tornare indietro e farmi tutta la salita fino a Lequio, non mi va. Chiudo occhi e sinapsi e attraverso quei 100 metri con le natiche avvinghiate al sellino, non tanto per la paura di cadere ma per il timore che qualcuno degli operai che stanno lavorando al di la del muro si accorgano della cazzata che sto facendo. Finisce, varco il cancello del cantiere che per fortuna è aperto e salgo a Borgomale. Discesa fino a Campetto e svolto a sinistra con un filo di vento nella schiena e un raggio di sole che buca le nuvole. Il sole fa la spia, l’ombra del tizio che mi si è appiccicato alla ruota posteriore, la vedo bene. Faccio finta di nulla, non ho voglia di parlare. Il vento mi da una mano ad alzare un poco la velocità. È sempre li, a ruota, spingo negli strappi, si allontana un pochino ma poi ritorna a ruota. Andiamo avanti così per circa 6 km, poi segnalo un buco con la mano, e lui si affianca. Lo riconosco subito, ci mettiamo a parlare, se avessi immaginato che il ciclista dello Scorrone, lo avrei fatto prima. Si ricorda anche lui di quel giorno su per la salita di Castino. – Di solito la faccio tre volte di seguito – mi dice. 21 km di salita anche se non impegnativa, si fanno sentire e so che lui non li fa andando piano. Come nelle precedenti volte che lo avevo incontrato, non indossa il casco, non lo faccio notare, ognuno è libero di agire come crede, d’altronde la testa è la sua. Ci salutiamo al bivio della SP31, sono sicuro che lo rivedrò ancora, basta passare un po’ più spesso da queste parti. Fine della storia, niente altro di interessante, cerco di arrivare a casa, un po’ bollito, non sono in forma come lo scorso anno, 170 km ora, sono veramente tanti. SEMPREINSELLA! Qui il link al giro del 2017 https://www.strava.com/activities/1234649524