16/06/2021 • Distanza 103.55 km • Tempo 4:05:33 • Dislivello 1252 m • Costanza “Dedicato a Ettore” Sicuramente chi sa la storia della mia prima volta a Lemmi da Torre Ratti, starà già ridendo di gusto, ricordando la diatriba scatenata in vetta, accanto alla fontanella del cimitero di Lemmi o Lemmì che dir si voglia. Dopo la foratura dell’altro ieri sulle alture di Rossiglione, cambiata la camera forata in pancia anche se il salva camere lo avevo messo da poco ecco che ieri, la ruota posteriore si è nuovamente sgonfiata (a bici ferma) e sempre per un buco in pancia. Cambio il salva camera che in un punto è tutto arricciato ma prima appiccico sul cerchio un bel giro di nastro della 3M, quello che tutti chiamano “nastro americano”, per capirci quel nastro, che nei film serve per legare ed imbavagliare la vittima di turno. Gonfiata la ruota pare che tutto vada bene ed esco per un giro, per provare se effettivamente è così. Ma questa mattina, come ogni tanto mi succede, non sapevo proprio dove andare a portar le ruote della bicicletta. Punto su Bosco e Basaluzzo, sfioro Pasturana ed ecco la regione Montebello, una stradina solitaria ombreggiata, stretta, con poco traffico veicolare, poi passo alla strada della Mazzola, dove c’è un certo traffico di persone che passeggiano o corrono, stessa cosa quando passo sulla strada dei Cristiani e attraversata la SP158 per Gavi, ecco che subito imbocco la conosciutissima e battuta strada per Monterotondo. Ne percorro poche centinaia di metri e scendo nel traffico della Ex SS35 bis dei Giovi. Senza rendermene conto sono arrivato a Serravalle e mi viene voglia di fare un saluto ai ragazzi della HBM e ad Ettore cucciolone meticcio e di taglia grande arrivato dopo la troppo precoce dipartita di Artù. E arrivo a Vignole alla sede della ditta che costruisce e ripara qualsiasi tipo di bicicletta. Ad accogliermi al cancello principale c’è Ettore che ha sempre voglia di giocare ma occhio, a dargli troppa confidenza finisce che non ti molla più e ne porto ancora i segni sui polsi che ha mordicchiato a piena bocca. Due chiacchiere con Andrea e approfitto di Davide per controllare l’assestamento della ruota posteriore costruita da poco. Ettore insite per giocare con un vecchio maglione, che mi porta e come lo afferro, inizia una specie di tiro alla fune dove vince quasi sempre lui. Pochi minuti e riparto. Destinazione? Costa Salata no, non mi piace. Pobbio, troppo dura e poi non ha uscita. San Fermo, nemmeno a parlarne. Roccaforte, mi attira ma poi finirei col salire A Borassi come faccio sempre. Lemmi? Si mi piace, non allungo troppo, dura quanto basta, un po’ malconcia dagli ultimi ricordi ma l’avevo fatta in discesa con Sara e Giuliano, in salita è differente. E vado verso Borghetto B.ra passando per la strada oltre il torrente, la strada Nuova per Cerreto. E arrivo al fatidico cartello che indica Monteggio, davanti a me 4600 metri al 9 %, fatti tante volte e ogni volta ho avuto sensazioni differenti. Oggi non faccio fatica, vado su piano come ormai è consueto ma senza tribolare. Al successivo bivio, svolto a sinistra e salgo la rampa per Monteggio, quattro case e un’auto. Scendo subito e riprendo la strada per Lemmi, che in questo tratto è in discesa e molto rovinata. Un ultimo sforzo e sono al bivio per Sasso e Grondona, ma salgo a Lemmi paese, fino a dove finisce l’asfalto. Una sosta alla vasca con la fontana, acqua freschissima e poi giù verso Sasso, Grondona, Varinella, Arquata. A Serravalle salgo ai campi da Golf e poi Monterotondo e la successiva rampa. Gavie passaggio forzato per San Cristoforo, due le ragioni, non passare sulla strada dell’andata e allungare quel tanto che basta per arrivare a 100 km. Giro finito. Per chi era presente alla mia prima di Lemmi e sta ancora ridendo, dico che erano bei tempi e salivo col 39x23 per chi non sa la storia ne può trovare una nota qui: https://ridewithgps.com/trips/22383529 SEMPREINSELLA!