“No sole, no party” Eppure quando sono partito c’era e anche bello splendente, temperatura sui 10 °C ma con il sole si pedala bene ugualmente. E il sole è durato poco, già sulle alture tra Mantovana e Carpeneto, il filtro creato da una sottile coltre di nubi, ha amplificato la sensazione di freddo. Alla partenza avevo caricato un giro dello scorso anno, così tanto per vedere se ci avrei messo lo stesso tempo per compierlo ma Garmin, oggi era in vena di dispetti e non dava le indicazioni di svolta, così parte il Giringiro, senza meta, seguendo la ruota anteriore e guardando il cielo, cercando di dirigere la bicicletta la, dove il sole si spalma sulle colline. Quindi dopo un po’ di su e giù sulle alture tra Ovada ed Acqui Terme, dirigo verso l’astigiano dove pare che le zone collinari siano più esposte ai raggi del sole. È così, già a Terzo, il sole splende e decido di salire la valle Benazzo. Di solito la evito per quel tratto di sterrato, residuo della frana riparata solo in parte ma oggi mi va così e poco prima di Acqui terme, svolto a sinistra ed inizia la salita. Corta, poco meno di 2 chilometri e mezzo ma la pendenza media è dell’8% (ma Strava la mette al 9%) salgo abbastanza tranquillo, segnando sul Sigma tutti i tornanti ed il nome delle borgate che incontro mi serviranno quando ricostruirò la salita al computer. Scollino a Moirano ed è qui che in uno spiazzo, vedo un deposito di legname. Alcune noci, dei pini ed al centro, il fusto enorme di una grande quercia. Il tronco è tagliato in cinque pezzi, di circa tre metri l’uno. Doveva essere una pianta secolare e di un’altezza superba. Spero che ad abbatterla sia stata la tempesta di vento dello scorso mese e non la mano dell’uomo. Nella seconda ipotesi, sarebbe un delitto contro la natura. Proseguo nella mia corsa e dirigo su Castelrocchero e poi Fontanile, sfioro la panchina verderame senza fermarmi, stessa cosa per il muro affrescato entrando nel paese e poi l’ultima salita, quella di Mombaruzzo. Guadagno la strada di casa passando per Tacconotti, percorro la strada secondaria per arrivare a Borgoratto. Ricordi affiorano alla mente. Il lavoro fatto molte volte di notte, per riparare un tubo dell’acquedotto, quasi evanescente. Le giornate passate col geofono a tracolla e le cuffie alle orecchie, tese ad ascoltare il minimo rumore che potesse fare individuare le tante, quasi quotidiane dispersioni d’acqua. Ora il tubo è stato sostituito. Per prenderne la decisione, ci sono voluti circa una dozzina d’anni ma ora è a posto. Anche la strada è finalmente asfaltata, pulita, scorrevole. Finalmente piacevole, passarci sopra. Dirigo verso casa, allungo appena passando per Castellazzo B.da, così, tanto per fare i soliti 100 km. Il sole nuovamente coperto dalle nuvole già da parecchi chilometri, le mani rigide, il volto gelido. Senza sole non c’è festa per chi pedala. Almeno per me è così. SEMPREINSELLA!