Il mare d’Inverno! 14/02/2019 • Distanza 164.31 km • Tempo 6:49:13 • Dislivello 1559 metri “È solo un film in bianco e nero, Visto alla TV” Beh oggi non era proprio così, e nonostante qui da noi, fosse una giornata tipicamente invernale, la in Riviera era praticamente Estate, un altro mondo ed un altro modo di pedalare, peccato che per arrivarci in bici ci si deve imbacuccare e poi una volta in costa, si soffre il caldo. Oggi non era in programma l’uscita in bici ma viste le previsioni e dato uno sguardo fuori ho improvvisamente deciso di pedalare, prima che cambi il tempo. Predosa, passo in centro, incrocio Francesco e anche il Lino e facciamo due chiacchiere con l’augurio di ritrovarci presto assieme in bici. Ovada e Turchino una strada stupenda, bianca di polvere e sale e nonostante la neve ai bordi sia ancora tanta, è in gran parte asciutta e solo nei tratti all’ombra è appena umida. Scollino e passata la galleria mi scaravento in un altro mondo, niente più neve, profumi diversi, qualche enorme buco ma prima che passi la Milano Sanremo la SS456, sarà nuovamente un biliardo. Voltri, uno sguardo al mare, l’acqua è calma, piatta come fosse vetro. Calmi anche tanti piccoli gabbiani adagiati sull’acqua a sonnecchiare. Dura poco, perché appena scarto un panino si alzano tutti in volo. Divido con loro e scateno l’inferno. Vocii, grida, chiasso, volo radente, tuffi nell’acqua. Divido anche la banana, a loro do la buccia tagliata a listarelle, gradiscono ed aumenta la confusione, per la gioia, mia e di quattro attempate signore che mi sono vicine. Riparto, dopo essermi spogliato del superfluo ed è Riviera. Poco traffico, è mezzogiorno e pochi ciclisti, non è fine settimana. Sullo strappo dell’Agugio, raggiungo un ciclista, maniche e braghe corte. Butto li un – Qui è un altro modo! E lui con la esse scivolante tipica dei Liguri, risponde – Sci, sci. Qualche metro prima di attaccare la Colletta di Arenzano, raggiungo un altro ciclista, agile, deve essere appena partito. Ha un bel fisico, è giovane e un abbigliamento più appropriato del ciclista di prima. Lo affianco e butto li la stessa frase detta all’altro. Annuisce, io scatto e lui dietro, faccio la salita meglio che posso e lui sempre dietro. Sono sicuro che se non dovesse ancora scaldarsi per bene, potrebbe lasciarmi li come un sasso ma resta dietro. Discesa e poi Cogoleto e dopo ancora ecco lo strappo dei Piani d’Invrea. Aumento e lui sempre dietro, Salgo e sale il cuore. Ho tarato il cardio sulla frequenza massima alla quale dovrebbe arrivare il mio cuore 63enne. La formula è empirica, 220 battiti meno l’età e salta fuori 157 bpm. Garmin segna 98% e 177 bpm, deve esserci qualcosa che non funziona. Discesa, il cuore si calma, rallento, sto cercando la rotatoria che immette alla SP334 del Sassello. Il ragazzo, visto il mio tentennamento mi affianca e dice – Una grande gamba, complimenti. Grazie, rispondo. Questo succede proprio alla rotatoria dove avrei dovuto svoltare e seguendo il ragazzo, dopo poco mi ritrovo fuori Varazze. Saluto ad alta voce e torno indietro, contento del rispetto che ha dimostrato quel giovane, della pazienza che avuto a rimanere dietro, sicuramente poteva andarsene quando voleva ma non lo ha fatto. La salita a San Martino la prendo delicatamente, su alla fontana faccio scorta d’acqua e poi completo la salita del Giovo, sempre con calma, scaraventandomi poi verso sassello su una strada grondante d’acqua. La stessa situazione la trovo per quasi tutta la strada fino alle Bancarelle che a differenza di altre volte, salgo con facilità. Acqui e i san pietroni del ponte, odiosi come una visita dal proctologo. Mi avvicino a casa, la parte di strada tra Acqui e Strevi, non mi è mai piaciuta, in particolare odio il rettilineo del viadotto, ed è qui che mi supera un ciclista, in fuori sella, tira il rapporto più lungo che ha. Fa parte di quella categoria di ciclisti che non salutano e che pensano di avere la testa più dura dell’asfalto, perché non porta il casco. È assorto nella sua ripetuta, gli sono a ruota, quasi a 40 km/h e di colpo rallenta a 25. Quasi ci tocchiamo, scarto e supero borbottando, dopo 30 secondi mi supera nuovamente, sempre in fuori sella, sempre senza salutare e sempre senza casco. Le nostre strade si dividono alla rotatoria di Strevi, lui in tangenziale e io entro in paese, ancora qualche chilometro e sono sotto alla doccia. Stranamente non sono stanco ma coi fuori giri che ho fatto oggi, aspetto i crampi che arriveranno puntuali questa notte. SEMPREINSELLA