Stradine & Strappetti, come digestivo! 18/02/2020 • Distanza 80.61 km • Tempo 3:26:35 • Dislivello 741 metri “Scrivi 1000 volte: dopo mangiato, non devo salire in bicicletta.” Nebbia fitta e strade bagnate, di primo mattino e la situazione permane fino a mezzogiorno, ci metto una bella pietra sopra al giro in bicicletta, preparo un bel piatto di fettuccine all’uovo fatte in casa col ragù, due fettine di arrosto, insalata, dolce e per tirare su il morale anche un bel gelato, vino Dolcetto, acqua e niente caffè, non mi piace. Alle 12:30, pare che il sole riesca a bucare la nebbia, ma non ci credo. Dopo 15 minuti invece ecco che spacca, è sole pieno, 12°C il giro ci esce ma io ho mangiato troppo per pedalare. Comunque mi cambio, oggi completo della Overall Team, blu e giallo e salto in sella. Da subito comprendo che pedalare, appena terminato di mangiare, non è la cosa migliore da farsi, arranco, fatico, sbuffo, la bici non va avanti, le gambe non spingono, 22 km all’ora e sono morto. Sono indeciso se proseguire o tornarmene a casa a digerire tranquillamente ma la giornata è troppo bella e mi convinco che proseguendo le cose miglioreranno. Dirigo su Novi Ligure con l’intenzione di fare i saliscendi della Lomellina (SP158) ma il solo pensiero di fare tutti quegli strappi mi fa star male e decido per gli 0.7 km che salgono per viale Romita. La digestione non avanza e nemmeno la bici in salita, finalmente lo strappetto finisce e proseguo direzione Pasturana, vorrei tornare verso Basaluzzo e andarmene a casa ma sulla SP157, c’è una montagna di terra franata dalla scarpata soprastante, continuo verso Francavilla. Lo stomaco sempre pesante. A Garaglia potrei svoltare verso Capriata d’Orba e tornare a casa ma sembra che vada meglio e punto su San Cristoforo, al massimo torno dalla SP177. Strada Parodine è veramente bella, scorre leggera sullo spartiacque tra il Lemme e l’Orba, è avvolta dai vigneti di Cortese, alcuni già potati a Guyot e legati, altri in fase di lavorazione. A San Cristoforo, invece di tornare verso casa, dirigo su un’altra strada affascinante, quella che conduce a Tramontana. È avvolta dal bosco e quindi abbastanza fredda in questa stagione, dopo una ripida discesa ed un tratto in falsopiano, comincia a salire gradatamente, nel tratto dove incrocia il torrente Albedosa, si vedono ancora chiaramente i punti dell’esondazione di questo autunno, rami ed alberi piegati, i campi a tratti dilavati danno luce al pietrame, più in su verso Parodi Ligure, l’irruenza della piena ha addirittura cambiato il corso del torrente. Lo stomaco va meglio, tanto che al bivio per Montaldeo che mi accorcerebbe di molto il percorso, decido di proseguire verso Mornese, Casaleggio Boiro e Lerma. Dopo la Gambina allungo ancora verso Belforte e superata l’erta di via Rossiglione ( il 19 marzo del 2011 per aggirare la frana sulla 456 del Turchino, per questa strada passò la Milano Sanremo, io c’ero) continuo sulla splendida strada di Pian Carpeneto. Mi piacerebbe arrivare a Sante Criste ma la strada è interrotta, proseguo forzatamente verso la strada del Turchino. Appena fuori da Ovada, mi supera un ciclista a buona andatura, mi accodo tenendomi ad una decina di metri di distanza, non mi piace succhiare la ruota. Proseguiamo così fino a Riosecco, lui svolta verso Capriata e io dritto ma con lo stesso passo di poco prima. La digestione è completa e laggiù a circa 500 metri mi pare ci sia un altro ciclista, forse lo raggiungo. Aggancio il collega in Predosa centro, ma mi mantengo aduna certa distanza. Monta una Trek nuova di zecca, io sono sul mio bel cancello marcato Carrera. Arrivati al cavalcavia autostradale, vista la sua titubanza nell’affrontarlo, passo davanti e lui a ruota, poi ci diamo un cambio, lo conosco, abbiamo fatto una randonnèe assieme molti anni fa. Ci accompagniamo fino a Casal Cermelli, un saluto ed ognuno per la propria strada. Lo stomaco non da più problemi, anzi ho un certo appetito. Belle strade, rampigni e una bella tirata, sono meglio dei digestivi. SEMPREINSELLA!