L'idea era buona, ma...
04/05/2021
• Distanza 100.35 km
• Tempo 4:11:11
• Dislivello 1106 m
• Costanza
“Gambe e testa hanno detto di no”
40 all’ora, vento nella schiena e che vento, se solo avessi le gambe un po’ meno fiacche, potrei migliorare di qualche secondo il mio record personale sul tratto della tangenziale di Predosa. Sono all’ultima curva della tangenziale, in leggera salita, quando vedo Marco e Sara sopraggiungere dalla corsia opposta alla mia. Inverto la marcia e loro si fermano. Due chiacchiere, non ci si vede da tanto. Anche loro come me, questa mattina, puntano a Sud controvento per avere un po’ di sollievo al ritorno. La differenza è che io il vento da Sud, l’ho incontrato a Voltaggio, loro sono ancora a Predosa e le raffiche sono veramente fortissime. È lo svantaggio di partire tardi per un giro in bici col vento da Sud, auguro buona fortuna e che il vento sia con loro.
Sono partito alle nove, con l’idea di fare un giro del mare corto, 135 km, salita alla Bocchetta da Voltaggio e ritorno facendo il Turchino o al limite le Giutte. Una bella idea, due salite, vento contrario all’andata e a favore al ritorno, si una bella idea per un giro del mare.
Poco vento, da Sud fino a Gavi, poi sulla strada per Voltaggio si rinforza, e io odio il vento, lo odiava anche mio padre e mio figlio è come me non lo sopporta è una questione genetica.
Da Gavi a Voltaggio, sopporto e cerco di pedalare senza pensarci, le raffiche arrivano forti ed improvvise a tratti molla, sembra quasi che spinga alla schiena ma è solo una questione di rimbalzi.
A Voltaggio, al vento si aggiunge la salita lunga ma non dura della SP160 di Val Lemme e a differenza degli anni passati che a questo punto della stagione, l’avevo già salita almeno un paio di volte, oggi, per me, è la prima Bocchetta dell’anno. Ho dolori ad entrambe le ginocchia, nulla alle spalle che possa somigliare anche minimamente a questa salita, il vento contrario, ai primi chilometri comprendo che oggi il giro corto del mare resterà un miraggio. Salgo sperando che cambi qualcosa ma ad ogni chilometro fatto, fatico sempre di più e la voglia è sempre meno. Gli ultimi chilometri, i più duri, sono quelli che mi danno il colpo di grazia, arrivo in cima finalmente, appoggio la bici ad una delle colonnine di ghisa che unite da una catena danno una esigua protezione al monumento di Coppi e Ghiglione. Faccio la solita foto alla bici, non so quante volte sono salito su questo passo sia da un versante che dall’altro ma da quando ho uno smartphone ho sempre fatto una foto alla bici arrivando in cima. E che io ricordi, mi sono sempre fiondato in discesa dal versante opposto dal quale ero salito. Oggi no, scendere al mare e risalire il Turchino o anche semplicemente scendere a Campomorone e risalire il passo dei Giovi, mi spaventa. Io che ho sempre osato, oggi per la prima volta ho paura di non farcela e giro indietro, ripercorro la strada fatta all’andata, vento fortissimo a favore, riesco a fare una punta di 70 km/h.
Nei pressi della galleria di Croce dei Rossi di Gavi arrivo un po’ troppo lungo, non riuscendo a rispettare lo stop, dove per evitare un’auto sono obbligato a svoltare a destra verso la galleria che odio, perché è in salita.
Poi Gavi, San Cristoforo e via ancora col vento in poppa fino a casa.
Peccato, era una bella idea un giro del mare corto con Bocchetta da Voltaggio e Passo del Turchino ma, non è andata così. SEMPREINSELLA ma se non mi diverto più va a finire che smetto.