12/05/2021
• Distanza 111.31 km
• Tempo 4:25:24
• Dislivello 1137 m
• Costanza
“Ognuno pedala come gli pare”
Nei miei giri in bici mi piace fare qualche fotografia, di solito porto con me una Nikon Coolpix, molto semplice da usare con una sola mano, e che di solito ripongo nella borsa al manubrio ma lo faccio in occasione di giri lunghi. Questa mattina visto il giro corto non ho montato la borsa e quindi niente Coolpix, ma la mattinata era stupenda e qualche foto l’ho fatta con lo smartphone, con l’handicap di dovermi fermare perché con una sola mano, proprio non ci riesco a fare foto.
Questa mattina, lo spettacolo dell’Arco Alpino completamente imbiancato di neve, toglieva quasi il respiro, aspettavo l’attimo, il momento giusto per scattare la foto ma la pigrizia nel non volermi fermare ha fatto si che quella meraviglia restasse esclusivamente nei miei ricordi.
La prima foto però l’ho scattata alle matite giganti dei vigneti a Mombaruzzo ma mi sono dovuto fermare, proseguendo sul giro, inventato pedalata dopo pedalata mi sono diretto a Casalotto e sceso sulla SP60 sono risalito a Gianola e poi sullo strappo di strada San Martino e via verso Rocchetta Palafea, le Alpi sempre li in bella vista e dopo Roncogennaro, arrivo a Bistagno quasi senza accorgermene. Oggi gira bene, la strada fatta la scorsa settima è servita a far dimenticare le brutte sensazioni provate lo scorso mese. Non vado più forte di prima ma almeno non faccio fatica.
SP30, traffico, lo evito in parte scendendo a Terzo Stazione e ad Acqui Terme dirigo sulla strada del Turchino. Il cielo fino a poco fa di un azzurro intenso, comincia a macchiarsi di nuvole bianchissime. Sono i Cumuli costituiti da goccioline d'acqua in sospensione nell'aria, separati l’uno dall’altro, nubi bianche come la panna montata, se si parano davanti al sole i suoi raggi non riescono a trapassali, creando ampie zone d’ombra a terra. Bianchi all’apparenza soffici, le cime arrotondate a la base quasi piatta. Si formano a bassa quota nei giorni caldi e quando hanno questa conformazione, di solito indicano che il bel tempo è stabile.
Oggi si sta veramente bene, la temperatura è ideale, non si soffre il caldo in salita e in discesa si sta bene, vento in rinforzo da Sud ma a questo punto della corsa non da alcun fastidio.
Proseguo sulla strada per Visone, e al bivio per Orbregno decido di salire su questa strada senza sbocco che da tanto tempo non salgo, 1500 metri circa 6.1% medio e punte del 13%, un paio. Scendo dopo aver fotografato la chiesa ed un cassonetto dell’indifferenziata all’avanguardia nel suo genere. Si apre solo presentando la tessera magnetica e ha una maniglia come quella delle Slot Macchine, spettacolo.
Scendo e ripresa la strada per Cremolino, accarezzo l’idea di salire la Luvia, odio la salita a Cremolino e questa alternativa mi piace.
La strada Luvia è un po’ defilata, anonima, il cartello che la indica si vede bene scendendo da Cremolino ma salendo ecco che mi sfugge e saltato il bivio mi ritrovo costretto a concludere la salita del Cremolino, salto anche il bivio per la strada Rissa e la salita al Castello, mi tocca il Cremolino completo.
Scollino e scendo verso Molare ma al bivio di Cassinelle, ci sto attento e svolto a destra e via Pobbiano non mi scappa come è successo per le precedenti strade.
E scendo per la strada che da Cassinelle porta a Molare e le nuvole in cielo si addensano, i Cunuli, cambiano forma, sono scuri ed espansi con la sommità sagomata a cupola e protuberanze estese sopra, nascondono il sole. Mi fermo per una foto e da Molare ecco che arriva un gruppetto di ciclisti, riconosco il capo fila, sono di Alessandria, 5 in tutto quattro poco avanti al quinto che sta arrivando. Mi vedono, fermo a cavalcioni alla bici intento a fotografare le nuvole.
Commento del capofila: “Vedi, oggi c’è anche il fotografo”
Ilarità di gruppo. Loro salgono in bici solo per pedalare ed il fatto che uno si goda la pedalata facendo qualche sosta li fa ridere.
Mi sfilano affianco e rispondo: “ Come va? Tutto bene?”
Il capo fila, lunghi capelli biondo sbiaditi risponde che si, va tutto bene e commenta per i compagni: “Vedi si interessa se tutto va bene.
Arriva il ritardatario, ha una somiglianza straordinaria con Guido Minghetti e lancio un saluto a voce altissima: “Ciao Guidoooooo”
Mi accorgo che non è lui ma col casco ci somigliamo tutti.
Risponde nel dialetto classico alessandrino: “Ciaoooo ma no, a son nénta Guido” con la classicissima è chiusa di Alessandria.
Rispondo: “Scùsa am son sbaglià!”
Passano mentre quelli davanti commentano: “Ma allora ci conosceva”
E si che vi conosco, magari non tutti ma vi conosco.
Via col vento nella schiena, via verso casa e più o meno sotto Schierano, incrocio Antonello, ex collega, ex compagno di avventure sia in bici che nella musica, amico ciclista da tutta la vita, ci fermiamo, invertiamo la marcia, si chiacchiera. Un bell’incontro di quelli che scaldano il cuore.
E da oggi non sono più il Randagio in bici ma bensì il Fotografo e penso di non essere l’unico.
SEMPREINSELLA!