09/06/2021
• Distanza 153.13 km
• Tempo 6:59:09
• Dislivello 1865 m
• Costanza
“Piccole strade rugose”
Quando sono partito questa mattina per raggiungere le nuove Big Bench di Retorbido e Codevilla, ho pensato che sarebbe stato bello incontrare qualche amico della vecchia squadra del Pedale Godiaschese. Detto, fatto. Entro in Casalnoceto per togliermi dalla provinciale e incrociando un ciclista, alzo il pollice in segno di saluto e lui grida:
”Lorenzooooooo”.
Tutti e due si tirano i freni e si inverte la marcia, e ci fermiamo al bordo della strada . È Celestino, non ci si vede dal 20 maggio del 2017 quando ci siamo incontrati alla tappa del Giro d’Italia che partiva da Castellania.
Un piacere immenso ritrovarci per caso dopo anni, ci fermiamo a parlare qualche minuto e poi ognuno riprende la sua strada ed il suo giro.
Mentre riparto il mio pensiero va al Pedale Godiaschese, (oggi ne indosso la vecchia maglia) e in particolare ad Angelo, Gianni e Massimo, vecchi ricordi di quando le gambe giravano meglio di quanto lo facciano ora.
Faccio il giro come da programma, tutto liscio per le Grandi Panchine di Codevilla e Retorbido, ben segnalate e visibili anche da lontano, qualche problema per quella di Casasco, imboscata sotto riva, proprio dal lato opposta dell’Osservatorio Astronomico e mi dirigo verso la Val Borbera .
Sto cominciando la salita che da Garbagna arriva alla galleria quando, col solito pollice alzato, saluto un ciclista che scende a tutta.
Lorenzooooo, grida.
Mi volto, è Angelo ha già invertito la marcia e sta salendo verso di me. Parlando del più e del meno, ci accompagniamo fino a scollinare e poi, si continua ancora a parlare, fermi all’imbocco della galleria. Non ci si vedeva da tanto, tante cose sono successe e come questa mattina con Celestino, ce le raccontiamo, parlando piacevolmente. Poi, si riprende ognuno la propria corsa. Due incontri inaspettati e per questo doppiamente graditi, incontri desiderati alla partenza e che si sono concretizzati.
Vediamo il giro.
Tre grandi panchine, con i numeri alti (per ora)
124,129, 139.
Retorbido, Casasco, Codevilla.
In ordine di visita:
Codevilla , Arancio su Bianco, raggiunta da Codevilla passando per Piana e quello che chiamano “Lo strappo della Morte” e per poco ci resto secco su per quella rampa (maledetta dal nome che gli hanno dato) di un chilometro al 10% medio con un lungo tratto tra il 15 e il 17%.
Scendo nuovamente a Codevilla per la strada semplice e dopo Garlassolo, scendo a Retorbido per risalire alla grande panchina Arancio per strada Torricelle. 760 metri, 11% medio, in un asfalto rifatto a tratti, in parte usurato, sbiadito e decrepito che alterna tratti nuovi di zecca lisci e neri come la notte. Scendo per la stessa strada e a Retorbido, svolto verso Rocca Susella, il lato facile, ma anche il lato oscuro. Oscuro perché anche in salita la rugosità del fondo riesce ad infastidirmi, le buche si possono evitare ma il resto della strada è composto da asfalto sgretolato dove solo le pietre più grandi sono rimaste ancorate e le ruote della bicicletta sobbalzano in continuazione. In oltre, alcune buche, solo le più grandi sono appena state riempite di catrame a freddo che si attacca in maniera seccante ai copertoni.
Salgo di malumore e quando la strada si impenna un po’ di più eccoli li, due auto e un camioncino carico di catrame, marcati Provincia di Pavia. Parcheggiati a bordo strada e tutti gli operai, sono nel campo a fianco, aggrappati ai ciliegi per togliersi la sete.
Proseguo, la salita finisce e fortunatamente la strada che scende dal lato opposto è quasi perfetta e in un attimo sono a Godiasco.
Risalgo a Pozzol Groppo e poi giù in val Curone, un tratto della SP100 e si risale verso Casasco e poi ancora su fino all’osservatorio, ma della panchina nessuna traccia. Mi guardo attorno e poco avanti a me due paletti e una striscia di segnalazione bianco rossa, uno sguardo verso il basso e la panchina è li a venti metri, rivolta al paese che la ha voluta. Blu su Arancio i suoi colori.
Da queste parti l’arancio sta bene su tutto.
Fine della caccia e ritorno verso casa ma la salita non è ancora finita. Garbagna dove trovo Angelo e dopo un pezzetto di val Borbera ecco la valle Scrivia. La galleria della Crenna e dopo Gavi, San Cristoforo.
Voglio i 150 e allungo per Castelletto d’Orba e Silvano. Sento un trattore alle spalle, aumento la velocità, forse lo posso agganciare. 40 km/h possono bastare, poi una volta a ruota è tutto facile ma il trattore resta dietro, non ha posto per passare, deve essere grosso. Finalmente la strada è sgombra, sento l’accelerata e passa ma i miei 40 all’ora nono bastano, mi stacca, prendo comunque un po’ di scia e arrivo a 51 km/h. 10 metri tra noi due, troppi, lo lascio andare, svolta sulla circonvallazione di Predosa, io tiro dritto. Lo ritrovo alla rotatoria fuori dal paese, svolta verso l’Iride. Poteva essere un bel passaggio ma mi ha preso in contropiede, un trattore che va più forte dei 50 km/h non me lo aspettavo. Non ci sono più i trattori di una volta.
Tre nuove panchine e quel che conta di più è aver incontrato e chiacchierato con Celestino ed Angelo.
SEMPREINSELLA.