“Chiodi in vacanza” E ricomincio da 100, con 1000 D+, che per i non addetti ai lavori, sono 100 km e 1000 metri di dislivello, qualcosa di più ma poca roba. 27 giorni senza pedalare e a dire la verità, questa mattina non avevo molta voglia di salire in bicicletta, ma da qualche parte si deve cominciare e se l’appetito vien mangiando, la voglia è arrivata dopo le prime pedalate, su di un giro inventato poco alla volta. Nonostante avessi ancora molte cose da sbrigare, ho voluto forzatamente iniziare il primo del mese, come si fa quando si inizia una dieta, solo che nel mio caso, spero che la dieta da bici, sia finalmente terminata. Giro puntando a Sud, nell’ovadese intenzionato a salire il Turchino e dopo i primi km del Faiallo, salire la Cappelletta e tornare sulla stessa strada dell’andata, ma a fare certe cose mi si arricciano le budella. Per me il giro perfetto è quello circolare, ed ho subito variato il percorso, pedalando su strade meno trafficate della ex SS456 del Turchino, e dopo la pianura di avvicinamento alle colline, ecco che salgo a Tagliolo da Strada Lercaro, a Belforte alla chiesa della Natività di Maria Vergine, svolto a sinistra sulla ripida di via Rossiglione -anni fa, ci era passata anche la Milano Sanremo-, Poi la bellissima strada di Pian Carpeneto e arrivato sulla SP456, scendo verso Ovada, poi Via Vecchia per Costa d’Ovada. Proseguo per la sconquassata strada Requaglia, scendendo ancora una volta sulla SP456 e raggiunta Molare, abbozzo un’ascesa a Cassinelle, che interrompo, proseguendo sulla strada della sbarra che porta alla Cascina Vallescura, un’alternativa alla classica ascesa del Cremolino. Ci arrivo a Cremolino, ancora per la SP456, scollino, scendo verso Acqui Terme e svolto subito a destra raggiungendo via Rissa, da quello che chiamano il Muro di Cremolino. Fin qui tutto bene, vado piano ma non faccio fatica. Macchie giallo oro dappertutto e un inebriante profumo di ginestra mi accompagnano fino a Morsasco, poi discesa e guarda caso sono ancora sulla EX SS456 del Turchino. Proseguo verso Acqui Terme, ma al bivio per Orbregno, svolto a sinistra d’istinto. È tempo di ciliegie, ed un primitivo ricordo mi rammenta che su al paese c’è un viale di ciliegi che potrebbero essere maturi, ma quando arrivo alla piccola frazione di Morsasco, noto a malincuore che il viale dei ciliegi è stato rimpiazzato con uno di Tigli. Peccato. Visone, Acqui Terme e per togliermi qualche metro dal traffico della SP30, divago in Strevi seguendo le indicazioni della grande panchina Giallo Moscato, ma cambio ancora strada, ripiombando ancora sulla SP30. Poco prima di Cassine, un rombo potente alle spalle, e un fila interminabile di auto sportive, quali Ferrari, Lamborghini, Bugatti, Maserati, Porsche, Jaguar, Lotus, mi sorpassa, una trentina circa, se ne sbattono altamente del limite di velocità e in semicurva con striscia continua, sverniciano un furgone che procede nei liniti di velocità consentiti. Un attimo e spariscono alla vista, poco dopo alcuni ritardatari, forse stoppati da un semaforo, sfrecciano a loro volta in direzione Cassine. Ultima emozione del giro? No, a pochi chilometri da Casal Cermelli, sulla SP185 in prossimità di una semicurva, chiodi d’acciaio a zonzo sulla strada, ad occhio un pacco da chilo. Devono essere appena caduti da qualche automezzo, perché sono sparpagliati in buona parte sulla strada. Mi fermo e con le scarpe, cerco di radunarli al di la della striscia laterale bianca, ma le tacchette di aggancio ai pedali mi impacciano e non riesco a fare un buon lavoro. Facendo attenzione alle auto, ci provo con le mani, ma i chiodi sono troppi e decido di chiamare il 112, che mi mette in contatto con i Carabinieri di Castellazzo Bormida, che a loro volta contatteranno l’ufficio competente della Provincia di Alessandria. Come sia andata a finire non lo so, certamente il passaggio delle auto avrà spinto tutti i chiodi al lato della strada, sperando senza danni per gli pneumatici. SEMPREINSELLA!