“Nella patria del Canestrello.” https://www.unrandagioinbici.it/urb/ Olubria era il nome dato dai Romani al Torrente Scrivia, nasce in Liguria dalle parti di Montoggio, dove il Laccio ed il Pentemina, si uniscono in matrimonio dando vita a questo torrente lungo 117,2 km, che scorre in Piemonte attraversando la provincia di Alessandria e si dissolve in Lombardia, gettandosi in sponda destra del Po’, poco dopo Voghera. Oggi volevo: • Un giro Medio-Lungo. • Senza troppa salita, dato che ultimamente mi fa male. • Una strada tranquilla, ed in buone condizioni. • Che, viste le previsioni del vento, potesse darmi una mano a rientrare. • Panoramico, fresco e soddisfacente. Fatti due conti, ed ecco che la Valle Scrivia si propone come giro ideale. Controllo le eventuali possibili precipitazioni, che risultano assenti su tutto il percorso. Parto. Avvio il Garmin alle 8:25, un po’ tardi per quello che ho in mente e torno subito a casa a prendere le borracce dimenticate in cucina e riparto. 10 pedalate e squilla il telefono, Garmin fa la spia e visualizza la chiamata dall’Ufficio Postale di Casal Cermelli. Ho una pratica in sospeso da circa tre mesi, rispondo, mi chiedono se posso passare allo sportello. Ho una gran voglia di rifiutare l’invito ma pensando che forse è la volta buona che risolvo la pratica, ci vado direttamente in bici, con tanto di casco ed occhiali e in circa 20 minuti risolviamo tutto. Riparto, questa volta sul serio. Sono quasi le 9 e sto pensando di cambiare giro, lasciar perdere la Valle dello Scrivia e puntare su un giro in zona, ma non saprei dove andare. Vado comunque verso Novi Ligure, qualcosa mi verrà in mente. Proseguo verso Serravalle ed aggancio un trenino di ciclisti, sei in tutto, mi metto a ruota e questi mi portano fino a Isola del cantone, poi svoltano giù per Prodonno, probabilmente faranno la val Vobbia. A questo punto,torna attiva l’idea, di risalire la valle dello Scrivia. Ronco, Busalla, che questa mattina non è invasa dal solito traffico, passo al centro di Casella, Montoggio, Fascia di Carlo, Siginella e quasi senza accorgermene, sono a Laccio. Fino ad ora le previsioni del vento da Sud sono state azzeccate, ma nonostante il vento contrario, non ho fatto molta fatica ad arrivare fino a qui. Purtroppo le previsioni sulle precipitazioni, non sono perfette e salendo verso Torriglia, da un cielo coperto, grigio scuro, cade qualche goccia d’acqua, 6 °C la temperatura, vapore che esce copioso da naso e bocca. Salgo la corta salita per Torriglia, attraverso il centro del paese, trovo il “Voltino”, qui tutti lo chiamano così, questo arco sorreggente una casa, che da piazza dei Fieschi, conduce in via Casaleggio. Questa di via Casaleggio è una strada che mi piace moltissimo, affascinante anche ora che pioviggina e la strada è bagnata da rivoli d’acqua che sgorgano dalla pancia della montagna. Poco più di 8 km che si snodano attraverso il bosco, da torriglia fino al bivio per Scoffera, i primi tre chilometri sono in leggera salita ma poco dopo la frazione di Casaleggio, la strada, sempre avvolta dal bosco, tende a scendere gradualmente fino a Obbi ed a Cavorsi, si getta ripidamente verso il bivio per il Passo della Scoffera. Il cartello indica: Scoffera a sinistra, km 1.5. La faccio, anche se pioviggina, ora che sono qui, non posso tirarmi indietro, e salendo con questa pioggerellina fine che bagna la strada e solletica le gambe nude, quasi in cima, incrocio con lo sguardo il bivio per la Colla dei Rossi, salita piuttosto pesante che oggi è meglio disertare. Scoffera, dove il comune di Torriglia, cede il passo a quello di Davagna. Io sono fissato con i giri circolari, e qualche anno fa, mi sarei sicuramente gettato in discesa verso Tercesi, Moranego, Davagna e giù fino a Ponte di Cavassolo, Struppa e via a cercare una strada che porti a casa senza dover rifare quella appena fatta. Oggi no, non mi sembra il caso e mi accontento di un giro andirivieni, e me ne torno indietro con il vento nella schiena, sulla strada appena fatta, Laccio, Fascia di Carlo, Siginella, Montoggio, passo sotto Casella, Busalla sempre tranquilla, mi accarezza l’idea di salire al Pian dei Grilli, ma la scaccio subito e proseguo per Ronco, Isola, Arquata, Serravalle, Novi Ligure. Qui cambio strada, dirigendo su Basaluzzo e Predosa, aggiustando i tiro del vento che ora spinge veramente forte. Sono a casa, il tracciato del giro è formato da due minuscoli circoli uniti da un filo lungo quasi 60 chilometri, una anomalia per me, ma devo dire che mi sono comunque divertito. Domani parte il Giro d’Italia, me lo guarderò in Tv, Torino è ancora troppo distante per me, ma le tappe tre e quattro, passano in zona e meteo permettendo, potrebbero scapparci due bei giri.