“Un menù inaspettato.” Le ultime gocce d’acqua sono cadute ieri sera mentre ripulivo la bicicletta, previsioni meteo finalmente positive, vento moderato da Sud già dal mattino, e prevedo un giro che mi porti relativamente lontano da casa, Niella Belbo, e Ceva gli obiettivi, il rientro da Cortemilia o da Cairo Montenotte, tragitto sui 200 km e 2200 metri in dislivello. A letto presto, voglio partire alle 7:30, notte tranquilla, temperatura perfetta per riposare. Sveglia alle 6, il primo sguardo fuori dalla finestra e la nebbia che non lascia vedere il fondo del cortile, mi alzo comunque e preparo tutto per la partenza, ma la nebbia è sempre li, e invece di dileguarsi, diventa sempre più robusta. Sono le 8 e Ceva ormai non è più nei miei programmi, cerco un percorso che sia soddisfacente e traccio un fantomatico giro con Capanne di Marcarolo da Campo, Praglia, Isoverde, Mignanego per una strada insolita e forse in parte sterrata, passo dei Giovi e rientro dalla valle Scrivia. 130 km e all’incirca lo stesso dislivello del giro di Ceva. 8:30 e la nebbia è sempre li. Lo so che se esco da questo buco di paese incastrato in fondo della valle Orba troverò il sole, ma il problema è percorrere quei 10 km di provinciale sfatta e nebbiosa col rischio di farsi investire. Aspetto. Ore 9 e qualcosa cambia. Mi vesto inforco la bici e alle 9:30 parto, ma anche Marcarolo e Praglia sfumano e vado all’avventura, verso Ovest, verso Nizza Monferrato, poi si vedrà. Nuvole che vanno e vengono, a tratti oscurano il sole e a tratti ho quasi freddo, le gambe che non girano, il fiato corto, vorrei tornare indietro ma insisto. Nei pressi di Bazzana, mi viene in mente la salita di Zoppi - Scoviglio fatta qualche giorno fa, e la faccio come prima salita, una specie di aperitivo di questo giro in bici che ha bisogno di uno scossone per decollare. Svolto a destra e salgo su questa strada stretta e a tratti malandata che dalla SP28 di valle Belbo si congiunge alla SP44 Nizza - Gamalero. Sale a strappi duri, per circa 3,2 km, con punte che Garmin, poco sincero presenta come 22%. Svolto verso Mombaruzzo e mi perdo in un piccolo giro turistico in questo paese che trapasso sempre con noncuranza, oggi posso ammirare le sue chiese, le case, il pavé, veramente bello. Aperitivo soddisfacente anche se un po’ troppo impegnativo. Discesa nella valle del rio Cervino e passo al tris di antipasti. Tre strappi, il primo verso Maranzana, il paese dei babaci, seguito da regione Quarto ed infine il muro di Ricaldone, veramente pesante. Discesa verso Cassine Alta seguita da un tratto della SP30, e a Strevi, passo ai primi piatti. Lo strappo di Giarino leggero ed appetibile, per lasciare il posto alla strada della maggiora, leggermente indigesta. Raggiungo Acqui Terme con l’intenzione di raggiungere Bistagno e poi la Sp334, ma il ricordo delle sue condizioni precarie mi fa cambiare idea e torno ad Acqui terme per la Ex SS30. Ponte Bormida e l’assillo dei Sampietroni, zona Bagni, Visone, come seconda portata mi stuzzica l’idea della Strada Luvia e Cremolino, ma allungherei troppo la strada e alla rotonda svolto verso Rivalta B.da e attacco con i secondi piatti salendo il muro di Orsara. Su questa strada che molti evitano, arrivo fino al tratto duro, e una complicazione al deragliatore posteriore mi obbliga a scendere dalla bici. La catena, che fino ad ora non ha dato problemi, non vuol saperne di salire al 32, registro la tensione del cavo e discendo a valle per ricominciare la salita da capo, e questa volta va tutto bene fino a raggiungere Orsara. Piccolo rifiato e si riparte per san Quirico, poi Trisobbio e per terminare le seconde portate ecco il sorbetto, la breve e facile salita a Santo Stefano. Il dolce lo evito e col vento a favore mi butto verso Carpeneto. È qui che incrocio Sara e Walter appena partiti per un giro controvento. Ci fermiamo a chiacchierare per qualche minuto, non ci si vede da tanto e le cose da raccontare sono molte. Li seguirei nel loro giro ma sono già in bici da circa tre ore devo rientrare. Vento alla schiena, 40 km all’ora e nonostante le condizioni pietose della SP185 a casa ci arrivo. Ceva è saltata, come pure capanne e Praglia, ma sono riuscito comunque a tirar fuori un giro soddisfacente con tanto di aperitivo, antipasto, primi e secondi, il dolce me lo mangio a casa comodamente seduto, guardando l’arrivo di tappa del Giro. SEMPREINSELLA P.S. Domani sono a pranzo in un vero ristorante ad Isola Sant’Antonio, una cosa improvvisata, un po’ come il giro di oggi, spero vada tutto bene.