“Non ce la posso fare…” Un giro corto, corto, poca salita e nemmeno difficile, ma ho fatto fatica. Non tutti i giorni sono buoni per la bici e oggi era uno di quelli. Fermamente intenzionato a superare i 100 km, compiendo un largo giro che passando per Nizza M.to, mi portasse a raggiungere Coazzolo e ritorno, ho desistito già dalle prime pedalate, ripiegando su Frascaro, Mombaruzzo, i muri di Bergamasco, Oviglio, Alessandria, rimediando solo 67 chilometri e le gambe a pezzi. Brutta giornata. Sul Piemonte, tempo stabile. Almeno così dice la voce fuori campo delle previsioni del tempo sul terzo canale Rai regionale, che a mio parere, ci azzeccano proprio poco, ma questa volta potrebbero avere ragione. Il bello, del “bel tempo”, è che lascia spazio alla bici e anche se fa ancora un po’ freddino, soprattutto in discesa, si possono già fare dei giri interessanti. Le ore di luce si allungano e ci si può spingere un po’ più lontano ed uscire dalla nostra solita, antipatica pianura. Il brutto, del “bel tempo”, è che la campagna si risveglia e bastano tre o quattro giorni di sole per far si che tutte le erbacce di stagione se ne vengano fuori di prepotenza e se non si eliminano immediatamente, si impadroniscono del terreno e poi il lavoro diventa ancora più pesante e difficile. Il problema, del “bel tempo” quindi, è che quando io potrei andare in bici tutti i giorni, non lo posso fare perché altrimenti l’orto protesta, l’erba cresce e va tutto a ramengo. Dice: “Ma lascia perdere l’orto che con quello che spendi tra tempo e carburante, la verdura te la compri sempre fresca al mercato”. Dico:”Si, è vero, hai perfettamente ragione, ma sono due mie grandi passioni e in quanto tali, danno gioie, dolori, momenti di sofferenza, ma per il momento non intendo rinunciare a nessuna delle due ”. La terra è bassa e qualcuno ha trovato la soluzione creando un orto rialzato, riempiendo di terra dei cassoni di legno, ma secondo me è una soluzione applicabile solo dove il terreno è veramente povero, o su di una terrazza, senza contare che per certe colture è un sistema poco indicato. Qualcun altro ha provato con l’orto sinergico, che si basa sulla convivenza tra le varie colture, che si aiutano tra loro. Utilizza la pacciamatura, niente fertilizzanti, aereazione del suolo, lavori fatti esclusivamente a mano evita quindi il lavoro di vanga, rastrello e fresa, ma in questo modo la terra rimane sempre in prossimità dei piedi e per essere sincero, questo particolare sistema, necessità di esperienza e capacità particolari, che io non ho nel mio bagaglio tecnico. Stringo i denti nell’orto, perché ho quasi 70 anni e “la terra per me è ogni anno più bassa”. Poi succede che arriva l’annata cattiva, quella dove non piove o piove troppo, arrivano gli afidi, le cimici, la peronospora, l’oidio, e l’orto va a ramengo e mi viene la voglia di dare fuoco a tutto e allora mi rifugio in bici con un bel giro, mi rilasso e trovo le capacità per risolvere i problemi dell’orto. Stringo i denti in bicicletta , perché a sessantanove anni, diventa sempre più difficile confrontare quello che facevo con quello che riesco ancora a fare e a volte scappa la pazienza e anche la voglia di pedalare e allora mi rifugio nell’orto, dove tutto è tranquillo, mi rilasso espero sempre in una buona stagione. Due passioni che si compensano ed assieme mi aiutano. Oggi ho dovuto stringere i denti in bici e molto probabilmente domani, andrò a rilassarmi nell’orto, forse, non so, magari dopo essermi rilassato, farò anche un giretto in bicicletta. SEMPREINSELLA!