“Solo andando troppo lontano, saprai quanto lontano si può andare” Ebbene si, il giro di oggi l’ho trovato un tantino pesante, sarà il vento, sarà la salita, oppure la distanza, forse sono troppo pesante o troppo vecchio, magari tutte queste cose assieme, probabilmente al momento non sono più adatto a fare certi giri, ma sono convinto che solo superando il limite si possa arrivare gradatamente a fare meno fatica, ad andare un pizzico più forte e non arrivare a casa strisciando, vedremo. Si, ho esagerato ma c’è un motivo; ho voluto ripercorrere il tracciato della Medio Fondo Dolci Terre di Novi del 2012; allora ero partito con l’intenzione di fare la Gran Fondo ma strada facendo, mi sono ridimensionato e al cancelletto del lungo ho tirato dritto sul percorso corto. Alla partenza ero in fondo alla griglia, indossavo la maglia dell’ASD Pedale Godiaschese con attaccato sulla schiena il numero di gara 1604; era il Primo Aprile, e mi pareva uno scherzo essere li con tanti corridori tutti ben attrezzati e agguerriti. A coprire i 104 chilometri della Medio Fondo ci avevo impiegato 3:33:42 tempo ufficiale, ma il tempo reale era di 3:28:31 alla media di 30 km/h, la mia posizione di arrivo è stata calcolata al 39° posto di categoria M6 su 82 e la posizione assoluta 593° su 996, una posizione mediocre insomma. Allora avevo raggiunto novi in auto, oggi come sempre sono partito in bici da casa e ci sono tornato, aggiungendo 37 chilometri ai 104 del percorso, del quale ho caricato la traccia .fit sul Garmin e mi sono lasciato pigramente guidare sulla strada della -mi pare- ottava Dolci terre di Novi. Museo dei Campionissimi, il punto di partenza, il km 0 non ricordo dove fosse, presumo appena fuori da Novi Ligure. Allora le strade erano sgombre e con un fondo decente; oggi traffico leggero e pesante e strade che sembrano le montagne russe del lunapark. Monterosso la prima corta salita, arrivato in cima mi soffermo a fotografare al cartello dei Borghi dei Campionissimi, mentre dal versante opposto scollina un ciclista, che vedendomi fermo, chiede se va tutto bene. Rispondo di si ed iniziamo a chiacchierare. Ad un tratto, mi guarda e dice, - Ma tu sei il Randagio?- Rispondo che lo ero, qualche anno fa, prima che l’età, gli acciacchi e soprattutto l’incidente, riducessero in modo drastico la mia attività ciclistica. -Ogni tanto leggo i tuoi racconti- mi dice, e questo è il complimento più bello che potessi ricevere. L’ho cercato su strava ed ora lo seguo. Ci salutiamo con una stretta di mano, lui scende verso cassano ed io proseguo questo giro che diventerà pesante e difficile da portare a termine, ma la testa può dove le gambe tentennano e dopo Il Monterosso, sono arrivate: La galleria di Garbagna dal bivio Sorli, Sarezzano da Baracca, Costa vescovato, Passo Coppi da Montale Celli e Sant’Agata fatta con la forza della disperazione. Poi discesa e vento a favore fino a Novi Ligure da dove ho ripreso la strada verso casa passando per Basaluzzo e Predosa. A differenza del giorno della corsa, oggi ho cercato -dove possibile- di pedalare sulle piste ciclabili, ma confesso che su alcune è stato un vero problema. A casa ci sono arrivato, ho male alle gambe ma nella notte passa e domani, si va nell’orto per la semina dei piselli. SEMPREINSELLA!