Big Bench Hunter: Una panchina Rosa tra il Dolcetto. 09/10/2018 • Distanza 183.36 km • Tempo 8:40:43 • Dislivello 2488 metri “Tanti su e giù a volte sono più duri di un’unica salita” Quanto traccio un giro, ho sempre un obiettivo principale. Può essere la distanza, il dislivello una determinata salita o semplicemente stare in giro un determinato numero di ore. Poi, possono esserci degli obiettivi secondari o addirittura degli optional, che arrivano solamente se ci sono le condizioni fisiche per raggiungerli. Oggi lo scopo, era di raggiungere una panchina gigante posizionata nel comune di Canale, tra le vigne di dolcetto della collina Giaconi. Per raggiungerla, oltre alla bella salita da fare su asfalto, oggi ho anche dovuto fare un bel pezzo di strada a piedi, ma lo spettacolo, ha ripagato la fatica. Gli obiettivi secondari erano altre Big Bench già viste in precedenze ma rimaste sempre nello stesso posto e una ad una le ho rivisitate quasi tutte. Sfiorata Borbore, dove risiede la Bianca di Vezza d’Alba, ho declinato l’invito per la difficoltà estrema che comporta raggiungerla. Circa 800 metri di sterrato sabbioso e pietre con pendenze a due cifre. C’ero salito l’anno scorso e mi è bastato. Proseguo per la Verde Smeraldo di Neive, isolata, lontana dagli asfalti e poco frequentata, ne approfitto per mangiare all’ombra della gigantesca quercia che risiede li da chissà quanto tempo. L’albero è spaccato nel tronco, cariato, mostra il suo interno. Più in alto alla diramazione dei rami principali, una colonia di calabroni (Vespa crabro), sonnecchiano aspettando il momento per ritirarsi nel sonno invernale. La successiva è facile, a bordo strada, è la Blu di Coazzolo. Una giovane mamma e le sue figlie sono sdraiate su di essa a prendere il sole degustando panini. Scambio quattro chiacchiere, senza fare la solita foto della bici sulla panchina mi limito ad uno scatto sul retro e riparto per quella successiva. Rosso Passum a Costigliole, facile anche questa, al limite della strada asfaltata. Faccio le foto di rito e lascio il posto ad una coppia di signori che incuriositi nel vederla, si sono fermati. Li metto al corrente che ce ne sono molte altre, sono entusiasti e ansiosi di poterle vedere. Compiendo un largo giro arrivo sulle colline di fronte alla panchina appena visitata. Mentre salgo la ripida strada, scorgo sull’enorme spiazzo panoramico, molte persone. Tutte indossano una maglietta bianca. Salgono sulla grande panchina, uno di loro rimasto a terra, scatta alcune foto. Quando arrivo, ansimante, sul posto a gran voce mi chiedono se posso fare loro, una foto tutti assieme. Acconsento. Provengono da una scuola di Asti e come tutti gli anni, hanno invitato professori da ogni parte d’Europa, con loro anche alcuni studenti. Dopo la mattinata passata a scuola, hanno organizzato questo viaggio turistico della Langa e dopo la visita alla panchina, proseguono per Canelli a vedere qualche cantina. Ricambiano la cortesia, scattando qualche foto anche a me. La Viola di Castenuovo Calcea, è l’ultima Big Bench visitata. Posta in una buona posizione, purtroppo ha la visuale coperta dalla vegetazione. In compenso nella struttura è presente un punto di osservazione con tanto di binocolo che spazia su tutta la sottostante valle. Discendo verso valle e Garmin, si pianta segnando un fuori pista. Cerco di capire il perché e soprattutto come fare a recuperare la strada. Una signora che fa jogging, viene in mio soccorso, dandomi le indicazioni per ritrovare la strada. Proseguo verso Moasca, li risiede un’altra panchina Rosa ma sulla strada che la raggiunge è stata versata della ghiaia di grossa pezzatura. Percorrerla in bici è impensabile e salire a piedi rischierei di rompere le tacchette di aggancio ai pedali. Rinuncio e interrompo il giro, cercando però una via un po’ più lunga per raggiungere casa. Quando sono partito questa mattina, non avevo una gran voglia si pedalare. Stanco dalla preparazione del terreno orticolo per la semina d’autunno. Ma ora dopo tante ore in sella non scenderei più. Peccato che le giornate si siano accorciate tanto. 180 chilometri possono bastare, con tutti i su e giù che ho fatto per la Langa, senza affrontare mai una salita vera, ho quasi raggiunto i 2500 metri di dislivello. Sei panchine raggiunte e una bellissima giornata in bici, in questo inizio di Autunno che a tratti pare ancora Estate. Giro caratterizzato dalla lentezza assurda del Garmin 1000, che oggi segnava le svolte con un ritardo di cento metri. Per questo motivo ho sbagliato strada diverse volte, allungando il percorso e facendo salita in modo gratuito. Ho cercato strade poco frequentate. A Montaldo Scarampi, nel tentativo di evitare un corteo funebre mi sono infilato in un vicolo cieco. A Castagnole nelle Lanze, in discesa, ecco un altro funerale. Persona influente o molto giovane, visto il numero imponente di auto e persone. Salendo a Casteboglione, incrocio un altro carro funebre. Mah SEMPREINSELLA! “riciclata”, quella di colore rosa, detta “dell’amore”. Inizialmente posizionata a Santa Rosalia d’Alba, nei vigneti della cascina Santa Rosalia, è stata spostata nei vigneti a Madonna dei Cavalli nel comune di Canale (CN). Motivo, data la vicinanza con Alba e facile da raggiungere anche in auto, richiamava moltissimi visitatori e l’ambiente circostante ad essa ne soffriva in maniera pesante. Per questo motivo è stata presa la decisione di traslarla in altro loco, un po’ più fuori mano e raggiungibile con una certa difficoltà.