09/09/2020
• Distanza 109.99 km
• Tempo 4:55:51
• Dislivello 1273 metri
“An Bisest, an Funest”
Mia nonna lo diceva sempre e anche la mia mamma, non ci ho mai creduto, assieme a questo detto popolare erano solite a citarne un altro “An‘t’l’an bisest, us maréja tic i rest” non credo nemmeno a questo. Però, in questo duemila e venti anno bisestile, sta succedendo un po’ di tutto a livello mondiale, nazionale e purtroppo anche nella mia vita privata, della quale però, preferisco non parlare.
Si tira avanti, qualcosa cambierà prima o poi, si spera in meglio.
Questa mattina dopo un fermo bici di due settimane, ho trovata la forza di salire in bici con un obiettivo che sapevo benissimo, essere per me irraggiungibile in questo momento, ma avevo previsto tante vie di fuga in caso di problemi.
Dove volevo andare? A Sori, facendo al contrario il giro che avevo fatto lo scorso anno, 200 km a mente si fanno ma quando è tempo di metterli nelle gambe le cose sono diverse, soprattutto se la forma fisica e l’allenamento non sono al massimo.
Esco dopo una buona colazione, la voglia di pedalare è tanta e vado, verso Predosa e suona il telefono.
È Sara, che porta una cattiva notizia.
Francesco, un caro amico ciclista astigiano, mentre ieri si allenava, ha avuto un incidente con un furgone, ecco il link alla notizia. lavocediasti.it/2020/09/09/leggi-notizia/argomenti/cronaca-18/articolo/canelli-ciclista-elitrasportato-ad-alessandria-in-gravi-condizioni-dopo-lo-scontro-con-un-furgone.html?fbclid=IwAR16LJOqlcxXt0aZqRwgogAF6y6iyoERWT31QdS8po0f3PFJZcA6gPA-3qw
Ascoltando Sara, la voglia di pedalare svanisce all’istante, Sori diventa irraggiungibile, ora anche mentalmente. Ci accordiamo io e Sara. Un giretto piccolo, piccolo per sdrammatizzare e parlare di quello che è successo a Francesco.
Colle del Fasciolo per togliersi dal traffico della provinciale con obiettivo Castagnola, passando prima da Sottovalle. Strada facendo propongo la variante della Pineta di Carrosio dal versante di Bosio ma quando arriviamo al bivio, ci torna alla mente che il ponte è stato spazzato via nello scorso autunno e si ripiega sull’Alpino, unica strada per raggiungere Gavi senza dover invertire la marcia.
Salgo e dopo due settimane giù dalla bici, anche una salita corta e semplice come questa del monte Lanzone, fa male. Qualcosa non va, le pulsazioni salgono in maniera eccessiva al minimo sforzo. Non mi manca il respiro, ma il cuore sale oltre a quelle che dovrebbero essere le mie attuali pulsazioni massime. Questo in salita e sotto sforzo, appena la strada scende, lo fanno anche le pulsazioni, tornando a valori bassissimi. Tachicardia? Occorre un controllo.
Sbrighiamo l’Alpino e si prosegue verso Gavi. Al bivio seguo Sara per la bella strada di Sottovalle, stesso problema di prima sull’Alpino, cuore al massimo che poi in discesa torna bassissimo.
Arquata e su per la strada che porta alla nuova galleria di Libarna mi assalgono i crampi e poi Gavi. Evitiamo la salita a San Cristoforo proseguendo per Basaluzzo. Qui un colpo di fortuna, trattore con rimorchio carico di uva Cortese, non va forte e riesco a convincere Sara, (sempre restia a fare dietro motore) a prendere un passaggio quasi gratuito. A Predosa ci salutiamo al volo, io resto a ruota del rimorchio che mi sgancia al bivio di Sezzadio. Ora sono solo e controvento, ancora crampi quasi fino a casa, un miracolo averla raggiunta.
Stupido e un po’ matto nella mia determinazione mattiniera di raggiungere Sori. Con i 109.99 chilometri fatti oggi, probabilmente ci sarei arrivato ma poi, per tornare, sarebbe stato un bel problema.
Auguri Francesco, ti aspettiamo per un bel giro nella tua stupenda Langa. SEMPREINSELLA.