“Più o meno uguale all’originale.” Anche il mio Agosto ciclistico è finito, e se i km fatti in questo mese forse troppo caldo, e i km totali, di quest’anno, sono proprio pochi, con questo giro sul percorso medio lungo della RANDOMARIO 2024, penso di averlo finito bene. Tre salite: 1. Passo della Castagnola da Voltaggio 2. Passo dell’incisa da Molino Vecchio 3. Costa Salata da Vobbia E qualche zampellotto: 1. Strappo Val Lemme 2. Colle del Fasciolo 3. Via Monterotondo da Serravalle Dal percorso originale, mancano le colline del Gavi e Pasturana, dopo aver saltato il passaggio ad Arquata, qualcosa ha contrariato il Gamin e non sono riuscito a completare il percorso. Tutto bene nell’ascesa al Pian dei Grilli -Castagnola- da Voltaggio, un po’ meno nella discesa, dove a fondovalle, la strada in prossimità del cantiere terzo Valico, era allagata dalle cisterne e mi sono fatto un bel bagno fuori programma. A Borgofornari, la paura, anzi il terrore di salire all’Incisa da Valbrevenna mi ha fatto desiderare di svoltare a sinistra e tornarmene a casa, mi sono fermato, ho mangiato qualcosa e poi ho svoltato a destra verso Busalla. O la va o la spacca. È andata bene, quei quasi 6 km al quasi il 10% medio, li ho presi con calma. La calma -quella psichica- l’ho perduta su un tornante a metà della salita, quando sentendo il clacson di un auto, mi sono portato il più a destra possibile, la strada è stretta ma l’auto se l’è presa tutta, costringendomi a mettere le ruote fuori dall’asfalto. Al mio grido -incazzato- :- Stai in la. L’autista, in un accento tipicamente genovese, mi risponde:- Ma cosa vuole lei, non lo vede che sono dalla mia parte. Stava occupando tutta la strada messo di traverso, se si fosse fermato qualche metro prima si passava entrambi senza problemi. Mi pare che il codice della strada preveda che la precedenza sia sempre del mezzo che sale rispetto a quello che scende, ma il genovese, probabilmente non mi ha calcolato come “un mezzo” ma solo come un ciclista che anche se lo schiacci o lo fai cadere, finisce tutto bene. Insomma, quei quasi 6 km al quasi il 10% medio, presi con calma, li ho terminati e quasi in cima, la vista della Big Bench Arancione della Valbrevenna, mi ha fatto venire la voglia di fermarmi, ma ho una regola, in salita non ci si ferma mai e quindi sono arrivato fino al passo dell’Incisa e poi sono tornato indietro per vedere la panchina. Una vista frettolosa, perché è subito arrivato un nutrito stuolo di persone, in particolare una signora bionda, di una certa età, costume a due pezzi, l’abbronzatura accentuava un poco i segni dell’età. Scarponcini da montagna, passo veloce,. si offre di darmi una mano a scendere la bicicletta dalla Big Bench. Quando arrivo ad una panchina gigante la prima cosa che faccio è metterci sopra la bici e fare una foto. L’accesso a questa panchina non è proprio agevole, ma riesco a tirar giù la bicicletta da solo, e iniziamo a chiacchierare. Lei, la signora bionda, sale tutti i giorni a piedi al ,passo dell’Incisa da Crocefieschi, e poi se ne torna a Croce -come lo chiama lei- molto soddisfatta. Un ottimo modo per tenersi in forma. Riparto verso il passo e poi Alpe seguita dalla discesa verso Noceto e Vobbia. La strada è abbastanza bella ma ad un km circa da Alpe, a centro strada ecco un bel cratere di circa 30 cm di diametro e 15 di profondità. Lo evito e continuo a scendere. Vobbia e pausa minerale gasata, birra e gelato al Circolo val Vobbia, e via verso Costa Salata, quasi sei km come la precedente e anche se la pendenza media è all’incirca la metà, faccio una certa fatica a salire. È mezzogiorno, fa un caldo terribile, non me la ricordo bene e aspetto con ansia di vedere l’omonimo ristorante. Infine arriva ed è ancora discesa. Rochetta Ligure e rifornimento d’acqua. Appena dopo Cantalupo Ligure, vento alle spalle e rumore di ruote grosse, sei o sette gravel, attrezzate da viaggio, mi passano ad una velocità doppia della mia. Mi metto a ruota, poi mi affianco e chiedo da dove ne vengano. Sono francesi e nessuno si abbassa a parlare italiano. Arriva il primo strappo delle Strette e il carico che hanno toglie loro un po’ dello smalto che avevano in discesa. Vado e li lascio li. Poco avanti a me un ragazzo, fisico asciutto, una bella posizione in bici, una buona pedalata agile. Lo raggiungo, solo perché a differenza di molti ciclisti, si ferma ad un semaforo rosso e si inizia a chiacchierare. È simpatico, nonostante abbia il fisico del ciclista perfetto, lui non corre agonisticamente ma solo per divertirsi. Stava salendo alle Capanne di Carrega, quando un problema al cambio lo ha costretto ad invertire la marcia e tornarsene a valle. A poca distanza, a Vignole Borbera, ho gli amici della HBM che potrebbero risolvere il problema. Andrea registra il cambio e si riparte sulla strada di casa. Io dovrei andare ad Arquata Scrivia, al negozio de La Bici, sul punto di inizio della RANDOMARIO, ma lo seguo sulla strada per Serravalle dove è diretto e Garmin impazzisce. A Serravalle, saluto Cesare e proseguo cercando di recuperare il percorso. Ci riesco solo in parte, dopo lo strappo di via Monterotondo, per Garmin è buio pesto e io dopo tutta la strada di oggi, non ho voglia di litigare, spengo tutto e vado verso casa cercando i 150 Km, ultimamente merce rara per le mie gambe. SEMPREINSELLA!