Giringiro a Camino “Basso Monferrato con calma.” Altri 10 giorni fermo, ormai è un classico, un po’ il maltempo, un po’ gli impegni e non ultimo quello del 6-7-8 settembre, impiegato alla Pro Loco di Casal Cermelli come bassa manovalanza alla “Sagra del Fritto Misto alla Piemontese e della Rapa Rossa”, e la bicicletta è rimasta ferma in garage ad aspettare tempi migliori. Volevo farlo ieri un giro in bicicletta e quando si è alzata la nebbia, per me è stata quasi una liberazione, e mi sono messo a fare qualche lavoretto a casa. Nel montare il soppalco per essiccare quel poco mais che produco per le mie galline, e qui apro una parentesi, ho due galletti bianchi, incrocio tra Livornese bianca femmina e Gallus Gallus (il galletto americano) in eccesso e intendo regalarli, ma solo a chi non ha intenzione di mangiarseli, anche perché, francamente non c’è molto da mangiare, e oltre ad essere bellissimi sono anche simpatici. Dove ero rimasto, ah, si, il mais per le mie galline, stavo montando il soppalco e mi è sfuggito di mano l’avvitatore che ha sbattuto con una certa violenza sul mio dito pollice sinistro. Li per li non sembrava un grosso danno ma oggi, il 40% dell’unghia è scura, con tutta probabilità questa primavera cadrà, lasciando il passo a quella nuova. Questa mattina la nebbia non c’era e per evitare di fare altri danni alla mia persona ho optato per un giro in bici e sarà che sto invecchiando ma per me partire è stato proprio difficile, in oltre avevo poco appetito e non sono riuscito a fare una buona colazione, brutto segno. Previsioni meteo con vento moderato da Nord e vado a Nord, nella speranza che al ritorno il vento mi dia una mano. Non mi piace il Nord, c’è sempre Alessandria da attraversare, ma ho in mente Camino, ultimo baluardo della provincia di Alessandria, dove molti anni fa e appena sposati, mia moglie aveva fatto il servizio come portalettere. E Camino sia, vado un po’ a tentoni cercando di non accavallare il percorso di andata con quello del ritorno. Castellazzo Bormida, Oviglio, Felizzano e Fubine, l’avvicinamento, e la poca voglia che ho di pedalare se ne va per le condizioni disastrose delle strade percorse. Più avanti la situazione carrabile migliora e preso coraggio vado verso Vignale e Frassinello Monferrato, Ottiglio e attacco il Colle Badoglio, con in cima il parco della stele dedicata al Maresciallo d’Italia. Nella successiva discesa, mi attrae sulla destra una strada secondaria, il cartello semi nascosto da una siepe indica Strada Banchette, è in cemento segno che è in forte pendenza. Me ne accorgo subito, 100 metri al 15%, poi è sterrato ghiaioso, 200 metri, stessa pendenza e dosso erboso centrale, scendo a freni tirati e un piede sganciato dal pedale, ed ecco ancora il cemento ed infine un asfalto malandato. Sono in fondo e proseguo verso la SP457 Var di Moncalvo. È proprio vero che salendo in bicicletta, tutti i demoni scompaiono e proseguo. Cereseto, Madonnina, Castagnone, lo strappo di Fabiano e la successiva corta discesa, poi inizia la salita verso Castel San Pietro e Camino. Capolinea raggiunto, si torna indietro verso Pontestura, distratto e alla ruota di un camioncino carico di bitume a freddo che avanza piano, salto il bivio per Quarti, devo tornare indietro. Lo strappo di Quarti non è impegnativo e proseguo verso Ozzano e San Giorgio Monferrato, più avanti Occimiano, ho un leggero vento alle spalle e la strada scende leggermente, a Mirabello Monferrato, sperimento la circonvallazione, con gli intralci dei dossi dissuasori di velocità. San Salvatore, che evito passando per la galleria della SP31. Sulla strada, qualcosa luccica, sono un paio di cesoie da potatura che qualcuno ha perduto. Dato che sono accattone di indole, e le forbici sono ancora integri e in buono stato, mi fermo e leraccolgo, in questo modo non andranno perduti e non faranno danni al passaggio degli automezzi. Allargo l’entrata in Alessandria passando per la Strada Cerca -debilitata al massimo- e Valle San Bartolomeo, entrando in città, sento chiamare il mio nome, si affianca Marco, amico ciclista di vecchia data. Affiancati ed in movimento, ci salutiamo, chiedo come va e mi risponde che pian piano si sta riprendendo, non riesco a chiedere cosa gli sia successo, che le nostre strade si dividono. Vedo ora dal profilo su Strava che non va in bici dal 13 aprile, mi spiace. SP185, il solito traffico pesante, clacson alle spalle, Tojota blu che mi supera, è mia moglie che torna dal lavoro, pochi km e sono a casa. Si mangia, finalmente. SEMPREINSELLA! P.S. Oggi ho fatto il bravo ciclista, mi sono fermato ai semafori rossi, ho pedalato sulle ciclabili - dove erano disponibili - non ho mandato a quel paese nessuno, anche se una signora col SUV e telefonino in mano che mi ha tagliato la strada e poi avanzava a passo d’uomo, un bel VAFFA se lo sarebbe meritato.