28/02/2020 • Distanza 129.08 km • Tempo 5:44:37 • Dislivello 1121 metri “Ho battuto il record delle fermate!” E ho battuto anche un po’ la fiacca, 5 ore e 45’ Per fare 130 km sono veramente tante, troppe ma oggi girava così. Il fenomeno delle grandi panchine, dalla Langa Cuneese si è allargato in tutte le zone collinari del Monferrato Alto e Basso e dell’Astigiano. Una panchina mi era sfuggita, si tratta della Rossa di Villa San Secondo e oggi sono andato a cercarla. Ho saputo per caso della panchina gigante di Villa San Secondo ed ho preparato un giro che mi portasse sul luogo della Big Bench Rossa, passando anche dalla postazione di altre panchine già viste in precedenza. Il giro è costruito in parte sulla traccia di quello dell’atro ieri, ma si svolge in senso antiorario. Quindi partenza verso il capoluogo e fino ad Altavilla ricalco al contrario il precedente giro, poi dirigo su Montemagno e Grana fino a raggiungere Calliano dove riprendo la traccia precedente raggiungendo la Big Bench Bianca Azzurra della Perrona. Proseguo verso Tonco, per vedere la panchina che avevo snobbato ieri l’altro. Si tratta della “Tonchina”, tutta Azzurra, ben posizionata alla sommità di una collinetta, con veduta sul Monviso. Per raggiungerla, si devono percorrere circa 500 metri di sterrato scomposto in discesa, che non comporta quasi nessun problema per raggiungere la panchina ma ne crea invece tanti percorrendolo in salita al ritorno. Due panchine, entrambe con vista sul Monviso ed entrambe deserte ma nei giorni feriali è normale. Fino ad ora in circa 55 km, ho fatto 35 soste, ma quando si va a cercar panchine, anche le soste sono normali. Proseguo verso la Rossa di Villa San Secondo. Ho qualche problema di orientamento e pasticcio un poco prima di trovare il piccolo paese Astigiano. Al culmine della dura rampa che porta al centro del paese, tre ciclisti sono fermi ad osservare la gran fatica che faccio per arrivare in cima. Tirato uno sbuffo di sollievo, con un filo di voce, chiedo se sanno dove si trovi la panchina. Per due di loro la panchina è di strada e li seguo fino al bivio dove è posta l’indicazione. 300 metri di sterrato in terra battuta abbastanza morbida, due tornanti difficili ma non impossibili da fare in sella ad una BDC, poi il muro di erba e terra. Scendo dalla bici e scarpino a piedi. La Big Bench è la in cima, un uomo ed una donna, le sono dinnanzi, ritti in piedi, lui dietro a lei, rivolti verso il meraviglioso panorama. Mentre salgo, noto lo stupore sui loro visi ma non riesco a comprendere se a colpirli sia il paesaggio o la mia faccia sfigurata dalla fatica fatta per salire quest’erta terribile. Un saluto, due parole mentre cerco di riprendere fiato, lui è di Cassine, mi chiede da dove ne vengo e quanti km io abbia fatto per arrivare fino a li. Rispondo cortesemente, chiedendo scusa se ho disturbato il loro momento di contemplazione. Loro vanno a cercare la panchina di Calliano e mi chiedono indicazioni. Salutano e se ne scendono dalla collina. Due foto, cerco di catturare tutta l’essenza del luogo, difficilmente tornerò quassù a breve. Poi ridiscendo a piedi, farlo in bici sarebbe un suicidio. E cominciano i problemi. Non conosco la zona e non so bene quale sia il percorso corretto. Ho la traccia sul Garmin ma come sempre quando si va fuori pista più di una volta, lo strumento non riesce più a riprendere la strada. Continuo ad andare avanti ed indietro nella stessa zona fino a quando decido di annientare Garmin e seguire l’istinto. Cossombrato, Callianetto, Portacomaro. A questo punto dovrei risalire fino a San desiderio e poi discendere a Castagnole Monferrato passando sulla strada della Panchina Rosso Ruché, ma preferisco raggiungere Castagnole per la via più breve, poi passando per Refrancore, Calcini e Piepasso, ecco Quattordio e casa mia è vicina. Le soste per consultare telefono e vedere le panchine, più qualche stop e semafori rossi, sono in tutto 100. Quasi una per ogni chilometro percorso. Non ho parole se non SEMPREINSELLA!