“Mal di schiena dovuta all’orto! Terapia d’urto” 12/10/2020 • Distanza 102.27 km • Tempo 5:25:25 • Dislivello 1112 metri Mi sono strapazzato un pochino le scorsa settimana nel preparare il terreno per Aglio, Cipolla e Piselli, lavori che non faccio sempre e la schiena purtroppo ne risente subito. Di solito passa in due o tre sedute sul sellino della bici da corsa, oggi ho fatto la prima, sembra che vada meglio, vediamo in seguito. Ancora Grandi Panchine e questa di Mornese Giallo color del sole e Rosso color del vino, inaugurata il 13 agosto 2020 è ben piazzata sulla cima del Bricco Grosso a circa 400 metri sul mare, con una veduta stupenda delle colline circostanti. Il numero assegnato il 57, indica che è una panchina riciclata, infatti la panchina con quel numero era posizionata a COSTIGLIOLE D'ASTI - LOC.BRICCONE ma non sono al corrente dei colori originali. Per arrivarci, alla Big Bench si deve seguire il percorso verde del Bricco Grosso. La strada in parte asfaltata ma solo nei tratti più duri, raggiunge il serbatoio dell’acquedotto, poi prosegue solo sterrata e continua dopo la Big Bench fino al Belvedere. A piedi o con una bici fuori strada è possibile tornare in paese compiendo un anello ma io con le mie ruotine, vista la fatica per arrivare alla panchina, ho preferito tornare sui miei passi. Prima di salire a Mornese, ero passato dalla Big Bench arancione di Bosio ma già da lontano si vedeva che era occupata. Due zaini appoggiati sopra e due ragazzini-e seduti accanto. Probabilmente, vista la giornata stupenda, avranno pensato che marinare la scuola poteva essere un’idea eccellete. Poi magari mi sbaglio. A proposito apro una parentesi, mi sono incuriosito ed ho cercato in rete come, nelle varie regioni italiane si dice “Marinare la scuola” ed è venuto fuori che: • Nel Lazio, ad esempio, si dice “fare sega”, • in Lombardia la scuola si bigia, si scavalla o si balza. • In Puglia si “fa filone”, • in Friuli si “fa lippa”. • Ad Alessandria ai miei tempi, si diceva “Fare Magno” e il Baleta, bar e sala da biliardo in via Alessandro III (ma quasi tutti passavano da vicolo dell’Erba) di solito era pieno di studenti con poca volontà. Chiusa parentesi. E torniamo al giro. Sono accovacciato circa a metà della rampa terribile che porta su allo spiazzo della Big Bench 57, sto cercando di fare una fotografia a forcella e ruota della bici, cercando di farci entrare come sfondo, parte della panchina. Faccio alcuni tentativi, poco soddisfacenti, quando penso di aver trovata l ‘inquadratura giusta, ecco che mi saltano addosso due cagnolini simpaticissimi. Un meticcio nero e abbastanza giovane di taglia media, probabilmente incrociato con un Labrador, un altro meticcio con sembianze da Breton ma con qualche gene di un Golden Retrive nel carattere. Più indietro al guinzaglio dell’anziana padrona, un Setter Inglese, che poverino ha un problema alla spalla sinistra e si sposta non veloce come gli altri che mi sono saltati addosso ma avanza con qualche difficoltà. Gioco con loro, spettacoli della natura, sono tutte femmine, la loro padrona mi racconta le loro storie, quasi tutte partite da un canile. Chiacchiero volentieri con questa mia occasionale interlocutrice. Non mi capita spesso di poter fare due chiacchiere. Mentre parliamo di caccia, cacciatori e altre cose, le due cagnoline libere dal guinzaglio, utilizzando i ceppi di legno fatti a scaletta, salgono veloci sulla panchina. La padrona li tira giù con una certa fatica e loro ecco che risalgono immediatamente. Probabilmente da lassù, il panorama è più interessante. Saluto gli amici che proseguono nella passeggiata verso il Belvedere, io scatto le foto di rito alla nuova panchina e torno indietro da dove sono arrivato. E torno a ritroso fino alla Grande Panchina di Bosio che ora è libera. Mi arrampico su per la scoscesa strada di terra battuta e mi fermo un poco al sole, si sta bene, non ho portato nulla da mangiare sapendo di fare un giro corto, mi accontento di un paio di caramelle gommose, guardando all’orizzonte il Monte Tobbio a Sud e il Monviso ad Ovest. Visibilità illimitata, oggi. Riprendo il viaggio verso casa improvvisando un po’, la gamba gira, la schiena però fa male ad ogni sobbalzo della bici. Prima o poi passerà, come di solito succede, come viene se ne va. SEMPREINSELLA!