"A Cortino non hanno i gelati e nemmeno a Busalla" 19/05/2022 • Distanza 184.12 km • Tempo 8:25:49 • Dislivello 1.810 metri Solo la testa ed il Giro mi hanno tenuto in sella, 180 km anche se fatti piano come solo io sono capace, per le mie condizioni attuali sono ancora tanti, forse troppi. Alla partenza questa mattina, dopo un fermo bici forzato da altre incombenze, arrivato a Bosco marengo, stressato dal traffico delle ore sette, dove se sei in bici ti calcolano ancor meno di un gatto, volevo tornarmene a casa e proseguire i lavoretti nell’orto che, anche se qualcuno dice che “L’orto fa l’uomo morto”, ultimamente mi da più soddisfazioni della bicicletta. Poi, svoltando verso Novi, l’aria fresca, il profumo del maggengo a seccare nei prati, le gambe calde, fanno dimenticare auto e camion e proseguo sulla strada decisa. Si, di strade ne ho preparate tre, con distanze differenti: 160, 175, 187 km, con deviazioni verso il percorso del Giro a Trefontane, Scoffera e Colla dei Rossi, tutte con rientro da Giovi e Castagnola, ma scartata subito Trefontane e Creto ho proseguito verso Laccio e Scoffera e visto che tutto sommato stavo bene, mi spiaceva perdermi la Colla dei Rossi e senza pensarci, ho svoltato a sinistra. Quindi percorso più lungo. Dopo Rossi e la discesa in Val Fontanabuona, ecco il percorso della Parma - Genova 12^ tappa del Giro, svolta a destra e via verso Sottocolle, salita semplice per me figuriamoci per i Ragazzi. Sbuco dalla galleria e resto un attimo a pensare se mi conviene tornare a Laccio e dritto a casa o seguire ancora le indicazioni del percorso. Vada per il percorso, la lunga discesa verso Bargagli e la Val Bisagno è piacevole, alla lunga galleria della SS45 dove passeranno i corridori, preferisco via Struppa meno pericolosa. Sto ancora bene ma ho fatto male i conti con il valico di Trensasco, corto ma bellicoso e soprattutto bello caldo. Arrivo in cima in condizioni abbastanza precarie, seguo ancora il percorso che ormai è obbligato e la discesa ridà un po’ di fiato e fiducia. Pino Soprano, Torrazza, strada che ora scendo ma fatta tante volte in salita. Al bivio per Piccarello, la corsa svolta a sinistra verso Genova, saliranno in autostrada e sul nuovo ponte che ha sostituito il Morandi e poi la sopraelevata, non mi sembra il caso e non mi va nemmeno di raggiungere il colle dei Giovi, che francamente non mi piace. Vado a destra, salgo a Crocetta d’Orero, lunga ma alla mia portata. Scollino Orero e mi fermo ad un bar di Cortino. Entro, nessuno al bancone, trambusto nella sala da pranzo, riordinano. Aspetto, mi notano ma nessuno decide di servirmi, mi faccio notare ancor di più e finalmente una signora si affaccia. - Cosa vuole? - Mi farebbe piacere un gelato! - Come, scusi. Urla. - Penso sia sorda e alzo la voce. Vorrei un gelato come quello e indico una gigantografia pubblicitaria appesa al muro. - No, non li abbiamo ancora i gelati. - Scusi, allora niente. Vado via, scendo verso Casella ed a Busalla mi fermo ancora ad un bar. Anche qui i gelati li devono ancora portare ma il proprietari è gentile e spiritoso e ripiego con una Ichnusa, (che l’esercente pronuncia all’inglese “aicnusa”) e una mezza minerale. Consumo in piedi, se mi siedo finirei con l’addormentarmi. Pago e riparto. Poco alla volta la birra fa effetto, le gambe girano, riesco ad agganciare un trattore che per fortuna non spinge al massimo e riesco a fare qualche chilometro al riparo dal vento. Al bivio per Borlasca, questo svolta e ciao traino gratis. Spingo un po’ meno e con pazienza raggiungo casa. Bollito dalla fatica, dal caldo e dal vento, arrostito dal sole e solo da un lato come sempre capita quando si va via verso Sud al mattino ed al pomeriggio si punta a Nord e guardando l’arrivo della 12^ tappa Parma - Genova in diretta TV, arraffo un gelato nel freezer. Io li ho già da diverso tempo. SEMPREINSELLA. P.S. Stanco ma divertito, unica pecca il giro a forma di spermatozoo, cosa che odio un po’, visto che preferisco i giri circolari ma oggi non si poteva fare.