20/08/2022 • Distanza 108.01 km • Tempo 5:32:58 • Dislivello 1529 metri “Recinti e cinghiali” 108 è un numero di chilometri che ricorre speso nei giri che faccio, lo abbino a memoria alla scomparsa di Wouter Weylandt, caduto e purtroppo deceduto sulla discesa del Bocco nella terza tappa del Giro d’Italia del 2011, il suo numero di gara era proprio questo e da allora nessuno lo ha più portato. Nel 2017, in una serie di giri in bici fatti nel mese di agosto, era capitato casualmente 5 volte di fila, ed avevo stabilito che ci sarei andato al Bocco sul punto dove era successo l’incidente, promessa purtroppo non mantenuta. Oggi questo numero è tornato con prepotenza su un giro svolto nell’Alto Monferrato acquese, risvegliando lontani ricordi, di quando pedalavo senza problemi e 108 km era un giro di ordinaria amministrazione, fatto per riposare le gambe e non un traguardo quasi inarrivabile come lo è stato oggi. Veniamo al giro. Una cosa simile ma nel senso opposto la avevo fatto il 16 agosto 2018, 122,54 km, 5:28:07, 1.928m, una salita in più e una media leggermente migliore 22.4 km/h eccolo ( https://ridewithgps.com/trips/26709923 ). Il tipo di strada fatta, tra i boschi attorno ad Acqui Terme con salite corte ma impegnative, discese ripide e strade strette e a volte malandate abbinate alle mie attuali caratteristiche, non hanno permesso un giro veloce ma proprio per questi elementi distintivi, mi sono divertito veramente tanto. Lo scalda gambe sulla blanda salita tra Orsara e Morsasco, da il via ad un a serie di saliscendi tra Prasco, Vallosio, Caldasio e Cimaferle. Poi un tratto riposante della SP210 Acqui-Palo , percorsa in direzione di Ponzone, rilassa e da una parvenza di velocità a questa corsa quasi statica. A chiappino, svolto a destra in direzione Pille, strada bellissima e impegnativa se fatta a rovescio, Da Morbello, risalgo a Zerba e poi a Grognardo passando per Poggio. Ancora, Ovrano, Albergo e sono ai bagni di Acqui. È tardi, decido di eliminare la salita a Sant’Andrea di Cassine e puntare direttamente a casa, per oggi ne ho abbastanza. Tre gli eventi principali di questo giro nel Monferrato Acquese: 1. Capre, dopo Caldasio, trovate in salita. Tante capre, un centinaio, traslavano da un campo all’altro impegnando la strada già stretta di suo. Il pastore impegnato a farsi obbedire, dava ordini e produceva versi gutturali ma quando le capre, mi hanno visto hanno cominciato una silenziosa rivolta e ferme, quasi irremovibili sulla strada mi hanno costretto a retrocedere per dare loro il passo. Ci sono voluti circa 5 minuti, per convincerle ad attraversare la strada, molte incuriosite dalla mia presenza si sono fermate ad osservarmi attentamente. Ho cercato di scattare loro qualche fotografia ma il controluce provocato dal sole oltre la collina ne ha compromesso la buona esposizione. Finalmente posso passare ma vista la pendenza della strada in quel punto, ho serie difficoltà a ripartire, il pastore si offre di darmi una spinta ma rimedio salendo sulla strada laterale e ripartendo leggermente in discesa. 2. Cimaferle è la tappa successiva allo stop delle Capre, mi viene voglia di comprare un Filetto Baciato al salumificio Cima ma è sabato e fuori dal negozio c’è la coda di avventori e rinuncio. Ovunque recinzioni metalliche sorrette da pali di castagno, qui a Cimaferle siamo nella zona di confinamento dei cinghiali ma le reti di contenimento non sono continue, per l’accesso ai campi ci sono ampi passaggi e quindi, da ignorante quale sono non riesco a capirne l’utilità. Scatto due foto e proseguo. 3. Poco sotto alla località Pille, al bivio per Morbello, una squadra dell’Amag è impegnata a risolvere un dispersione idrica. Saluto l’ex collega che si lamenta del fatto che in questo periodo, chi è reperibile non ha il tempo di dormire perché le fughe d’acqua, sgorgano come i funghi dopo un acquazzone. Chiacchiero qualche minuto e poi riparto verso Morbello e Zerba. Tornando al tiolo, con la parola capra ripetuta più volte alla maniera di Sgarbi, ecco, non è riferita a quelle simpatiche bestiole che mi hanno costretto a mettere giù il piede in salita ma agli ingegneri che hanno ideato la struttura di contenimento per i cinghiali e la peste suina africana e anche ai politici che hanno dato loro l’incarico e secondo notizie rilevate dal sito della Regione Piemonte, (https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/peste-suina-iniziata-posa-della-rete-contenimento ) stanziato 50 milioni di € tra ristori, recinzioni e bio sicurezza delle aziende. Io non ho l’intelligenza per giudicare l loro operato, il tempo lo farà. Nel frattempo permettetemi di gridare alla maniera di Sgarbi: Capre, capre, capre, capre, senza offesa per l’animale. SEMPREINSELLA