“nella speranza che mi porti a casa…” Previsioni meteo vento in rinforzo da Sud a cominciare da metà mattina, e nella speranza che siano veritiere, parto poco dopo le otto con l’intenzione di salire al Monte Turchino prima che s’alzi il vento e tornare sulla stesa strada -forse- col vento alle spalle. 100 km e 1000 metri di dislivello che dopo 18 giorni di inattività ciclistica, sono fin troppi. Parto, sulla SP185. Fitto traffico sia leggero che pesante, tutti di fretta, la strada un disastro di sobbalzi e bucherelle. Salto sul nuovissimo -ed ancora incompiuto- marciapiede di via Ovada e metto la schiena al riparo dalle auto per qualche metro, ma tornato sulla strada sono nella sgradevole situazione di prima. A Portanova, abbandono la SP185 e mi rifugio sulla strada Rossa stretta ma esente traffico e decido di abbandonare l’idea del Turchino e continuare -dove sia possibile- su queste strade secondarie rilassanti e tranquille. Ne viene fuori un bel giro, fatto con calma, con l’incontro quasi casuale di due grandi panchine e tanti su e giù che hanno portato il dislivello totale al di sopra dei 1000 metri. Mantovana, Gaggina, Madonna della Villa, e trovo la prima Big Bench, quella gialla di Carpeneto, la numero 249 -cominciano ad essere tante né- a terra una decina di bicchieri di plastica che qualche coglione ha usato per il brindisi di Pasquetta e poi ha abbandonato, do una ripulita e riparto. A Cascina Vecchia, mi infilo in strada Bardeneto e con uno strano giro mi avvicino a Roccagrimalda. Il fatto che oggi, io indossi la maglia primaverile del Fu ASD Roccagrimalda, scatena il tifo sfrenato di due operatori del Comune di Rocca, che applaudono al mio passaggio. Villa Botteri, Santo Stefano e sono a Carpeneto, poi Montaldo, Rivalta e Orsara con comune denominatore “Bormida”. Precipito giù per la strada di Regione Piano, che fatto al contrario, tutti noi ciclisti conosciamo come il muro d’Orsara. Poi la bella strada in leggera salita che porta a Morsasco e arriva la seconda panchina, quella Blu numero 267. Per arrivarci scendo dalla bici e mi arrampico su per la collina con pendenze a tratti del 20%. Scendo alla stessa maniera, cappottarsi è un attimo se scendi in sella. Dopo i su e giù di via Rissa, sono a Cremolino, potrei scendere subito ad Ovada per la Priarona o via Belletti ma allungo ancora un poco arrivando a Cassinelle da via Pobbiano. Il vento si sta alzando, le previsioni meteo sono esatte, a Molare mi spinge lievemente di lato ma da Ovada in poi è piacevolmente puntato nella schiena e filo tranquillo verso casa. Dopo Predosa, ecco ancora il traffico della SP185 e in prossimità di Casal Cermelli ricomincia il disagio dell’asfalto rovinato. Questione di poco e la corsa è finita, non me lo aspettavo un giro così bello, se fossi salito al Monte Turchino, sono sicuro che non mi sarei divertito tanto. I giri più belli, a volte sono quelli dietro casa. SEMPREINSELLA!