Strade bagnate per la pioggia notturna, ma questa mattina c’è un cielo stupendo, niente vento e una temperatura fresca ma ancora gradevole e salto in bici per completare il giro che avevo interrotto lo scorso 17 ottobre per la dimenticanza del casco.
Oggi ce l’ho, oggi ho tutto quello serve per andare in bicicletta, mancano solo le gambe che dopo dieci giorni di fermo sono un po’ addormentate. Percorro la stessa strada che avevo programmato l’altra volta, 150 km stimati, tracciato scomposto in parti numerate dall’1 al 4, ogni punto di arrivo è l’inizio della parte successiva. Dare a Garmin informazioni brevi che comprendono un massimo di quaranta chilometri, è l’unico modo per evitare che si inceppi, su un file nominato “0”, posso consultare online il giro completo.
La traccia 1 la so a memoria e non la carico, punto a Ovest, si sta alzando una lieve foschia. A Castellazzo, e il buongiorno si vede dal mattino, rischio l’impatto con un’auto guidata da un tipo distratto che non rispetta uno STOP delle sette vie, proseguo con un po’ di apprensione e appena posso mi dileguo dal traffico infilando strade secondarie.
Mombaruzzo e la grande altalena, -tra una settantina di chilometri, doveri raggiungere la sua gemella di Santa Libera a Cossano Belbo- Nizza Monferrato, ancora traffico e incompetenti alla guida. Infilo la strada vecchia per Calamandrana ma anche qui, in aperta campagna, tra i campi di cardo Spadone in parte già interrato, è un passaggio continuo di auto.
Carico la traccia 2: Sfioro San Marzano Oliveto, Moasca a Piana del Salto scendo verso Santo Stefano Belbo dove inizia la facile salita a Valdivilla, seguita da tanti su e giù con Romanino, Riforno, Mango, lascio la SP51 Stelle di Neive e proseguo sulla SP65 -non so come sia nominata- fino al “Punto Panoramico e Area attrezzata di Donna di Langa”.
Meta raggiunta, si torna a casa, Manera, Borgomale, Campetto, una lunga e bella discesa fino al fondovalle del Belbo, seguo questo scarno torrente -probabilmente qui non ha piovuto molto- e arrivo a Cossano Belbo.
L’ultima salita, l’unica per me, dura di oggi, quella di Santa Libera o Strada Sant’Anna che dir si voglia, per me è la salita alla seconda altalena gigante di oggi, impegnativa all’inizio, alterna tratti quasi leggeri ad altri difficili e infine ecco l’altalena.
Una ragazza ammira il panorama -che a mio avviso è migliore di quello della Donna di Langa-, scambio due parole, scatto una foto e riparto.
Prossima meta, il Santuario di N. S. delle Grazie, detto semplicemente “dei Caffi” per la posizione nella quale si trova, Cassinasco e secondo la trama del viaggio dovrei scendere a Bubbio, ma non mi va di sorbirmi tutta la valle Bormida fino ad Acqui Terme e decido di arrivare a Rocchetta Palafea e poi Castel Boglione, ancora un po’ di su e giù su strade praticamente deserte.
Ora da Castel Boglione,potrei tagliare qualche chilometro incrementando il dislivello, con strada Carrobbio, Baretta, Alice Belcolle, Ricaldone e discesa a Cassine, ma come dicevo all’inizio di questo diario di viaggio, le gambe sono rimaste a casa e quindi, tolgo dislivello, e allungo un po’ la strada discendendo la Val Boglione, dopo Terzo Stazione ecco Acqui Terme, 30 km e sono a casa.
Un percorso molto simile a questo lo avevo fatto l’anno scorso ad Agosto, ma per andare alla Donna di Langa partendo da Casal Cermelli, senza allungare troppo il percorso, la scelta delle strade è limitata, qualche anno fa, giocavo coi percorsi e allungavo a piacere, oggi mi accontento.
SEMPREINSELLA!