10/08/2022 • Distanza 124.80 km • Tempo 6:11:00 • Dislivello 1735 metri “Sono solo 3.6 km, ma oggi sembravano 10” Ho fatto questa salita senza sbocco, tante volte e negli ultimi anni dal 2016 al 2020, almeno una volta all’anno, quasi sempre ad agosto e a volte proprio il 10 di questo mese, San Lorenzo. Lo scorso anno non ho potuto farla, ero si e no in grado di salire le scale di casa mia, figuriamoci andare ai 1101 metri del rifugio escursionistico in bicicletta e quest’anno, arrivare la in cima, è stato davvero impegnativo. Pur avendola fatta tante volte, non ricordavo la dinamica della strada e ad ogni tornante e curva mi ripetevo, che la in fondo era finita e alla curva o tornante successiva, la stessa cosa. A forza di ripetermelo, finalmente è finita davvero, gli ultimi metri sterrati, in piano, fino al meraviglioso bosco di faggi, all’ombra scura, al fresco quasi fastidioso avendo gli indumenti umidi di sudore, mi hanno regalato una soddisfazione unica che francamente non pensavo di poter avere quest’anno. Cattive sensazioni alla partenza, un fastidioso male alla schiena che mi accompagna ormai da diverso tempo, non mi impedisce di pedalare, anzi in bici sto bene ma ad ogni buca non vista dell’asfalto, è un grido di dolore. Sto pensando di cambiare rotta, affrontare i Piani in queste condizioni non è sensato. Poi strada facendo supero tre ciclisti a spasso sulla strada tra Basaluzzo e Francavilla. Poco avanti, mi raggiunge il vento di un treno di un altro gruppo quasi tutti marcati Mania Bike. Ciao, heila, ciao, ciao. Tutti mi salutano e passano come il vento. Esito un attimo, ma vedendo che gli ultimi due si staccano appena, ne approfitto e sono a ruota. Davanti rallentano un poco e il buco si chiude. Siamo nei pressi di Gavi e la strada comincia a salire, sul primo strappo uno di loro si stacca, lo supero, Poco dopo se ne stacca un altro, ci accompagniamo chiacchierando fino a Gavi dove gli altri, sono già in sosta al Bar Matteo, saluto e proseguo. Questo scatto ha cambiato qualcosa nella mi condizione e soprattutto mi ha dato motivo per continuare sulla strada programmata. Arquata, Vignole Borbera, Le strette, a Pertuso sosto alla Tamoil. Dal tempo del covid hanno eliminato la fontana con l’acqua refrigerata e gassata, ma il rubinetto dell’acquedotto c’è ancora e faccio rifornimento. Attacco la salita della SP115, non dura ma in alcuni tratti la pendenza è a doppia cifra e fa male. A Pallavicino non mi fermo, anzi per abbreviare il percorso lascio la provinciale a salgo dalla scorciatoia, poi proseguo sul falsopiano cercando di riprendere forza e al bivio, svolta a destra e su per i Piani di San Lorenzo, senza sapere con certezza se posso arrivare in cima. 3610 metri, su un dislivello di 356, 9.86% la pendenza media, con lunghi tratti al 14% e punta del 17%. Tratto iniziale durissimo, oggi per me, e il fondo stradale nei primi 500 metri è un vero disastro, difficile salire ma soprattutto a scendere. Morale, il primo chilometro dal bivio al tornante principale ha una pendenza media dell’11.7%, poi spiana per 300 metri al 7%, seguono circa 15 tornanti minori, qualcuno duro altri meno, più di 2 km con pendenze medie superiori al 9%. Il tutto dicevo in soli 3610 metri di lunghezza. Arrivo in cima, due chiacchiere con una ragazza che si prepara ad una camminata nei boschi e un signore che fa manutenzione alla staccionata del rifugio. Mangio qualcosa e scendo a freni tirati. Mi sento bene, e proseguo sul tracciato stabilito. Noto con piacere che diversi tratti di strada un tempo malandati, sono stati ripristinati ma purtroppo si alternano ad altri tratti che cominciano a dare segno di sofferenza, e soprattutto a soffrire sono io che a forza di colpi, o la schiena si aggiusta o la rompo definitivamente. Borgo Adorno, sempre bello il castello ma la fontana è asciutta. Pessinate e la corta salita di Campana. Dernice e discesa verso Garbagna. Poi l’indecisione, fare la Galleria o il passo Crocetta da Agliani detto volgarmente Ciliegio? La prima mi riporta in val Borbera e addio gito circolare. So che soffrirò ma va per la seconda ed a mezzogiorno, senza un filo d’ombra, salgo il Ciliegio che un tempo volavo e francamente non ricordavo così duro, forse la galleria avrebbe fatto meno danno. È finita, ora rimane la lotta contro le folate ventose del Nord e poi sono a casa. Ghiacciolo alla menta immerso nel boccale di birra, doccia e pranzo. San Lorenzo e i miei Piani, tutto il resto è noia. SEMPREINSELLA