“Qualche km della Milano - Sanremo, ma il giorno prima.” Cielo nuvoloso di tante sfumature dal bianco al grigio scuro, vento diretto da Sud moderato in rinforzo, temperatura decisamente primaverile e ancora un giro in bicicletta, il quarto consecutivo. Parto tardi per via del gatto, che infilata la porta non ne vuole più sapere di rientrare, e dopo un numero indefinito di tentativi per farlo rincasare, lascio perdere e salgo in bici in direzione di Novi Ligure. Domani si corre la Milano - Sanremo e ne voglio fare un pezzetto oggi a strade aperte, ma con il percorso già segnalato, non che ce ne sia il bisogno, ma seguire le frecce nere su sfondo rosa ha il suo fascino. Per raggiungere Novi passo da Bosco Marengo, e la SP154 è ancora sbarrata da cavalletti e cartelli che indicano “Strada viabile con buche”, “Strada allagata”, “Divieti di accesso”, ma passano tutti, e passo anch’io facendo attenzione alle tante sfaldature dell’asfalto. In bicicletta controvento a 22 km orari vedi tutto molto meglio che in auto, e per allontanare dalla mente il noiosissimo vento da Sud, mi diverto a contare i copricerchi dispersi sul ciglio del fosso, circa una trentina in 6-7 chilometri. Il disco copriruota disperso, è il termometro della funzionalità della strada e questa per Novi non per nulla è funzionale. Novi Ligure e sono sulla strada della Classica di Primavera, svoltando a Ovest il vento non è più fastidioso come prima, la strada scende leggermente, la bici corre sull’asfalto nuovo, strisce bianche in rifacimento, odore di vernice. E filo via verso Basaluzzo e l’Iride, perché questo luogo si chiami così mi è ignoto ma è sempre stato un punto fermo per il passaggio della corsa. Sono nuovamente controvento ed è molto più forte, la strada sempre la SP155 Novi - Ovada, alterna tratti di asfalto appena rifatti, ad altri in buone condizioni ma che a volte si presentano ruvidi alla ruota. Sto facendo una certa fatica. Ricordo che tanti anni fa, quando la Mi-Sa la andavo a vedere sul Turchino, il vento era contrario all’andata e puntualmente verso le 13 dopo il passaggio dei corridori, cambiava direzione e te lo trovavi dritto in faccia fino a casa, ma allora si viaggiava in gruppo ed era una battaglia continua, sia alla’andata che al ritorno. Proprio per evitare le battaglie, da qualche anno la corsa preferisco guardarmela in TV. Sono ad Ovada, seguendo le indicazioni nere su sfondo rosa, risalgo il Lung Orba Giuseppe Mazzini, e continuo fino alla rotatoria dell’autostrada, poi stufo del vento inverto la marcia ed è una liberazione, la velocità raddoppia, la strada della SP185 non è scorrevole come l’altra, ma le gambe girano, le ruote girano, la fatica è sparita. Il vento, è il vero padrone della strada. SEMPREINSELLA! P.S. Il gatto Trip, stanco sfinito dalla giornata passata in libertà, dopo aver scombinato a piacere la scrivania, si è accasciato e sfinito dorme sonni di gloria. Appena si sveglia gli cambio le pile e tutto tornerà normale.