10/05/2021
• Distanza 130.56 km
• Tempo 5:21:58
• Dislivello 1082 m
• Costanza
“Due GPM su tre”
Viste le condizioni meteo e delle mie gambe, che dopo i 150 km di ieri non si sono riprese molto bene, questa mattina ero indeciso se salire in bici o andare nell’orto a sistemare le cose, prima della pioggia che sicuramente presto arriverà. Poi un raggio di sole ha solcato il cielo e la mia voglia di andare in bici ha subissato quella utile di sistemare l’orto. Parto improvvisamente, senza la solita colazione abbondante, due merendine nella borsa al manubrio e via verso la terza tappa del Giro 2021, via nella stessa direzione di ieri, deciso a raggiungere Castelnuovo Calcea e da li salire sulla strada della corsa di oggi. Ma strada facendo ho compreso che le gambe non andavano di comune accordo col cervello e quindi la deviazione su Nizza Monferrato si è resa indispensabile.
Da Nizza attraverso la splendida Strada Vecchia per Calamandrana, raggiungo Canelli e da qui parte la mia corsa rosa di oggi. È subito salita. Il primo GPM di giornata prevede la facile ascesa verso Piancanelli, sono ai primi chilometri quando il vento alle mie spalle e un saluto fragoroso mi colgono di sorpresa. Rispondo mestamente al saluto e il mio “sverniciatore”, un giovane aitante sui vent’anni è già lontano. Salgo pacatamente, di più non posso, la strada è bellissima, non larga, panoramica, avvincente, in molti tratti asfaltata di fresco come solo per il Giro si usa fare. Gente per strada a preparare gli addobbi di rito, palloncini rosa ovunque, qualcuno attrezza un tavolo con magnum di spumante, roba buona.
Salgo, la segnalazione dei tre chilometri alla fine della salita mi da coraggio, poi i due chilometri mi danno euforia, come se mi fossi bevuto i due magnum di prima. All’ultimo chilometro ecco il vento di prima, il ragazzo sta scendendo, segno che ho preso almeno 2 km di distacco, sui quasi otto totali di ascesa, altro saluto e altra mesta risposta.
Scollino e scendo sul versante della valle Bormida, verso Loazzolo. La discesa è tecnica, stretta difficile, penso che i Ragazzi del Giro, dovranno scendere con molta attenzione se vogliono evitare cadute, (ora che scrivo so, che è successo) scendo e fa quasi freddo, sto pensando di infilarmi il giubbino quando sento un sibilo e la ruota posteriore si sgonfia immediatamente. Conosco già questo tipo di foratura. È il salva camera di poco valore che chi mi ha fatto la ruota si ostina ad usare. Camera forata sulla pancia, dove va a contatto con il cerchio, questa mattina ho regolato la pressione degli pneumatici a 8 bar, le frenate in discesa l’hanno fatta leggermente alzare e il salva camera non ha tenuto.
Risultato fermo a cambiare la camera. E mentre sto armeggiando con la bici a terra e la ruota in mano ecco il ragazzo di prima (almeno mi pare che fosse lui ) che dopo essersi rifatta la salita mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Rispondo che ho quasi fatto e ringrazio. Riparto, non fa più freddo e sono giù nella val Bormida e pedalo sul percorso del Giro che mi porta verso il secondo GPM di giornata. Strada vallonata, vento contrario e il bivio per Castino arriva quasi inaspettato. Salgo questi 5 km a pendenza lieve, con più calma della precedente salita, i Ragazzi invece la faranno a tutta. Salgo e quasi in cima un operatore che sta montando un gonfiabile pubblicitario, saluta calorosamente e mi chiede se è dura. No, rispondo, fatta così è una bellezza.
E anche Castino arriva, sono le 12:30, chiedo ad un ragazzo dello staff a che ora chiudono la strada, mi risponde che lo faranno alle 13 e vedo sfumare il terzo GPM, quello di Manera, se facessi anche quella salita rischierei al ritorno di trovarmi bloccato in strada e non voglio che accada. Al bivio per Campetto, inebriato dal profumo di cibarie arrostite che proviene dall’Osteria del Ponte, svolto a destra verso Cossano e qui termina il mio percorso sulla strada del Giro. Il vento che nella valle accanto era contrario, ora è a favore e volo verso Rocchetta, Cossano, Santo Stefano e lasciata la provincia di Cuneo, finalmente è Canelli. Il mio timore di restare imbottigliato svanisce, nel vedere che sul percorso le auto girano ancora liberamente, proseguo verso casa, sulla stessa strada dell’andata, sulla strada Vechia per Calamandrana, incrocio un ciclista che sta spingendo a tutta verso il percorso del giro, mi pare che sia Fabio Santon. Vado verso casa e il vento da Sud di prima si rivolta da Nord ma non da fastidio, pedalo tranquillo, pedalo contento, ancora 35 km sul percorso del Giro d’Italia, gli ultimi per quest’anno. Ora andrò a comprare un salva camera un po’ più affidabile e attenderò la pioggia, sperando che riesca a cambiare il clima freddo di questa strana, fresca, anzi fredda Primavera. SEMPREINSELLA!