“Ricetta in bianco”
21/032022
• Distanza 50.05 km
• Tempo 2:05:17
• Dislivello 265 metri
Ho cercato, per quanto possibile, di evitare il traffico veicolare ma non sempre si riesce a restare su strade secondarie, qui da noi non si può nemmeno se ci si imbatte in una pista ciclabile, o è troppo corta o è una ciclo pedonale o è talmente stretta e sconquassata che a percorrerla con la bici da corsa c’è da farsi del male.
Comunque qualche stradina defilata l’ho trovata, tipo via Boidi a Cantalupo, via Tagliata a Casalbagliano, via vecchia dei Bagliani andando verso Alessandria.
Poi il traffico cittadino, le rotatorie e la pacchia finisce, ponte Meier, la corta ciclabile di via Pavia e poi, occhi davanti e dietro percorrendo la SP494 Vigevanese, un corto tratto, due rotatorie e svicolo in via dei Preti, tranquilla e rilassante, poi la Cerca e i Profumati con quello strappo che muove finalmente il piattume che fino ad ora ho percorso.
Ora devo decidere tra la semplice salita della Colla col suo traffico dell’ora di punta o la via della Manza, corta, cattiva ma senza l’ombra di un’auto.
Via della Manza, sicuramente l’ho percorsa più volte a piedi che in bicicletta.
Quando lavoravo alla ricerca dispersioni idriche era una delle più gettonate, si arrivava col furgone in cima alla salita e poi indossato lo strumento acustico di monitoraggio, la si scendeva a piedi ascoltando i suoni del terreno, cercando di individuare una possibile fuga d’acqua. Mi mancano un po’ quei giorni.
Via della Manza fatta in bici e con un buon allenamento alle spalle, non è una salita dura, da via dei Profumati all’incrocio con la strada Serra, è lunga circa un chilometro e mezzo, pendenza media 5-6% con una punta al 9%. Se si tolgono i primi 500 metri quasi pianeggianti ecco che nel rimanente chilometro la pendenza media si innalza al 7,6%, niente di eccezionale quindi. Ma fatta da me oggi, con le gambe di legno che mi ritrovo, ecco che la brasatura, ovvero la cottura a fuoco lento arriva e pare che la strada non finisca mai.
Il tratto più impegnativo comincia dal bivio con strada San Giorgio (altro “umido” ricordo del periodo lavorativo) fino all’incrocio con la strada della Serra, ma se si svolta a destra verso il Bricco dell’Olio, ecco che la salita continua per altri 500 metri. Raggiunta la stupenda villa che domina la collina, offrendo una veduta stupenda sulla valle, la salita da un attimo di tregua, dalla strada, per un corto tratto l’asfalto sparisce completamente, inizia un tratto in discesa, soli 200 metri e ricomincia a salire.
Quando la facevo fino allo scorso anno, non mi ero mai reso conto che questo tratto fosse così duro, oggi è stato come prendere un pugno dritto nello stomaco, quell’11% prima dello scollino, mi ha fatto veramente male. Poi finalmente la discesa, un biker sale dalla Falamera e viene verso di me. Svolto a destra, quasi un’inversione ad U e la veloce Falamera, mi da un brivido di freddo che subito passa e scendo veloce verso Valle San Bartolomeo.
Incrocio ancora la Cerca, vorrei svoltare a sinistra verso Pavone e Pietra ma la Manza mi ha dolcemente brasato e tiro dritto, un leggero vento da NE a darmi una mano, vado deciso verso casa, doccia, pranzo e poi nell’orto a potare il pero che già ha le gemme gonfie e tra poco fiorirà.
SEMPREINSELLA, poco ma sempre.
P.S. in via Mario Maggioli, pressato dalle auto, sparo a tutta e con l’abbrivio della discesa al sottopasso, nella successiva rampa mi esplodono 520 W di potenza stimati. Sarà vero?